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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Il lavoro del Paolino
Il lavoro del Paolino (Sacerdote o Discepolo) ha una caratteristica: Gesù-Operaio lavorando produceva povere cose; S. Paolo produceva stuoie militari dette cilici; invece il Paolino esercita un diretto apostolato, dando con il lavoro la verità, compiendo un ufficio di predicazione, divenuto missione e approvato dalla Chiesa.
S. Paolo infatti loda «maxime qui laborat in verbo et doctrina»10 (1Tm 5,17).
Ottima regola il «presto a letto alla sera, presto fuori letto al mattino».
Quando si è lavorato e tuttavia l’utile non è ancora sufficiente, s’invoca la Divina Provvidenza, si chiede decorosamente la beneficenza, si gode d’imitare la povertà di Gesù, Maria, San Paolo, vivendo nelle strettezze.
I confessori, i predicatori, i maestri, ecc. sono tra gli ottimi lavoratori.
Taluni vogliono il lusso del voto, ma non l’esercizio della povertà; tutto si concedono ed esigono. Talvolta i religiosi meno lavoratori sono i più esigenti.
Vi è chi adopera una macchina-automobile come sua: ne dispone, la toglie dall’uso comune, ne fa una amministrazione ed uso libero ed indipendente, che è appunto ciò che vieta il voto.
Vi sono bisogni? Da noi si stampi e si diffonda, con intelligenza e prudenza.
Con il lavoro di apostolato si accrescono le vocazioni, si pagano case e macchinari, si corrisponde alla nostra missione, si ha l’approvazione di Dio e degli uomini, si acquista il cielo.