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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Osservazioni
a) Il religioso che ha raggiunta la Professione perpetua e finché si trova nel vigore delle forze, deve provvedere almeno a tre-quattro persone: per le spese sostenute per lui nella formazione, per altri Aspiranti, per la sua tarda età. Non è l’obbligo che hanno i padri di famiglia?
b) Abituare gli Aspiranti alla pratica della povertà: che diano quanto è prescritto dall’Istituto; che si abituino al vitto comune ed al lavoro; che vi sia pulizia ed ordine; che curino le cose, i mobili, il vestito; che sappiano vincersi praticando la mortificazione.
c) L’educare senza l’«abneget semetipsum»14 non darà buoni cristiani, tanto meno dei religiosi. Che se invece l’Aspirante viene abituato a piccole rinunce sarà preparato alla rinuncia generale nel professare e nel vivere secondo il Vangelo e gli esempi di Gesù Cristo.
d) La «follia della croce»: S. Paolo, il Curato d’Ars, S. Alfonso de’ Liguori, S. Francesco d’Assisi, S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, S. Teresa.
e) Nella Chiesa di Dio solo chi amò e praticò la povertà fece opere che rimasero, o lasciò esempi che
edificarono, o si prodigò in lavoro apostolico, o raggiunse la vera santità.
f) Il P. Chevrier ha tracciato un programma conciso e completo della santa vita del vero «povero di Gesù Cristo»:
«Si contenta di poco...;
Niente lascia andare a male;
tutto riceve in riconoscenza;
crede sempre di avere più di quanto merita;
è contento dei servizi che gli sono resi;
di nulla si lamenta, cercando la povertà di Gesù Cristo;
lavora per guadagnarsi il pane quotidiano;
ama di far di preferenza le cose più pesanti e umili;
ha orrore per quanto sa di lusso, vanità, benessere, comodità;
cerca come aiutare tutti;
si prende cura di ciò che ha;
evita lo spreco e la prodigalità;
non fa spese inutili per vesti, alloggio, cibo, abbellimenti;
è economo senza avarizia».
g) Vi è distinzione chiara tra le mancanze contro la povertà e le mancanze contro la giustizia. I Maestri dei novizi ed i Superiori delle case devono spiegarla; ricordando anche il dovere della restituzione per chi avesse sottratto, colpevolmente danneggiato, donato senza licenza ad altri cose dell’Istituto, ecc.