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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
L’obbedienza di Gesù e di Maria
Gesù Divino Maestro ci precedette assecondando il volere del Padre dal momento dell’Incarnazione sino all’inclinato capite emisit spiritum;8 e sino all’Ascensione al cielo. In ogni momento e in ogni minimo particolare poté dire: «quæ placita sunt ei facio semper».9 Il presepio, la fuga in Egitto, la vita a Nazareth ove era «subditus Mariæ et Joseph»;10 la vita pubblica, la passione, la morte in croce; tutto viene riassunto da San Paolo nella espressione: «Christus factus est pro nobis obœdiens usque ad mortem, mortem autem crucis».11 E, continuando, dimostra quale fu il premio dell’obbedienza: «propter quod et Deus exaltavit illum et dedit illi nomen quod est supra omne nomen, ut in nomine Jesu omne genu flectatur cœlestium, terrestrium et infernorum, et omnis lingua confiteatur quia Jesus Christus in gloria est Dei Patris».12
Gesù che nell’orto del Getsemani ripete: «Padre, sia fatta non la mia, ma la tua volontà. Non come voglio io, ma come vuoi tu» [Mt 26,39; Lc 22,42]. Si abbassò quanto gli era possibile, perciò fu innalzato alla destra del Padre.
Maria dice: «Ecce ancilla Domini: fiat mihi secundum verbum tuum».13
Paolo fermato sulla via di Damasco domanda a Gesù Cristo apparsogli: «Signore, che devo fare?» [At 22,10]. Riceve la risposta, obbedisce prontamente e sempre; ed obbedì a conclusione della sua vita all’ordine del carnefice,
piegando la testa; suprema obbedienza! poi «corona justitiæ».14
Non vi è altra via per la santità e pace che questa: «fiat voluntas tua sicut in cœlo et in terra».15