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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Modi e gradi di partecipazione

     I modi di assistere alla Messa sono vari; tanto più perfetti quanto meglio portano a partecipare al sacrificio: intenderlo, sentirlo nelle varie parti, offrirlo col sacerdote (che rappresenta il popolo), partecipare alla vittima divina mediante la Comunione.

     Ecco l’Istruzione della Sacra Congregazione dei Riti:

     «Si procuri diligentemente che i fedeli assistano alla Messa letta “non come estranei o spettatori muti”, ma prestino quell’attenzione che è richiesta da un tale mistero e che possa portare i frutti più copiosi.

     Il primo modo con cui i fedeli possono partecipare alla Messa letta, si ha quando i singoli, di propria iniziativa, prestano la loro partecipazione sia interna, ossia la devota attenzione alle parti più importanti della Messa, sia esterna, secondo le consuetudini in vigore nei vari luoghi.

     Lodevolissima è l’abitudine di quei fedeli i quali, usando un messalino adatto alla loro capacità, pregano assieme al sacerdote con le stesse parole della Chiesa.

     Siccome però non tutti sono ugualmente capaci di


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capire esattamente i riti e le formule liturgiche, e d’altronde le necessità delle anime non sono le stesse in tutti, né permangono sempre le stesse in una persona, si richiede un altro modo di partecipazione, più adatto e più facile, quello cioè “di meditare piamente i misteri di Gesù Cristo o di compiere altri esercizi di pietà o recitare preghiere le quali, benché differenti per formule dai sacri riti, per natura sono concordi con quelli”.

     Il secondo modo di partecipazione si ha quando i fedeli prendono parte al Sacrificio eucaristico, recitando le preghiere comuni e cantando. Si cerchi di adattare convenientemente preghiere e canti alle singole parti della Messa, tenendo fermo quanto è prescritto al n. 14 c.

     Il terzo modo, infine, più completo, si ottiene quando i fedeli rispondono liturgicamente al sacerdote celebrante, quasi “dialogando” con lui e dicendo ad alta voce le parti loro proprie.

     In questo modo di partecipazione più completa si distinguono quattro gradi:

     a) Primo grado: quando i fedeli dànno al sacerdote celebrante le risposte liturgiche più facili, come: Amen; Et cum spiritu tuo; Deo gratias; Gloria tibi, Domine; Laus tibi, Christe; Habemus ad Dominum; Dignum et justum est; Sed libera nos a malo.

     b) Secondo grado: quando i fedeli recitano anche le parti che sono proprie dell’inserviente, secondo le rubriche; e, se viene distribuita la santa Comunione durante la Messa, recitano il Confiteor (ora soppresso) e tre volte il Domine, non sum dignus.


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     c) Terzo grado: quando i fedeli recitano con il sacerdote celebrante anche le parti dell’Ordinario della Messa, ossia il Gloria in excelsis; Sanctus-Benedictus; Agnus Dei.

     d) Quarto grado: quando i fedeli recitano con il sacerdote celebrante le parti che sono del Proprio della Messa: Introito; Graduale; Offertorio; Comunione. Quest’ultimo grado si può adottare decorosamente e degnamente da gruppi scelti e più istruiti (ossia nei Seminari, nelle Comunità religiose, nelle Associazioni cattoliche meglio preparate sulla Liturgia).

     Nelle Messe lette, i fedeli possono recitare col sacerdote celebrante tutto il Pater noster, preghiera antica e molto adatta alla Comunione.

     Nelle Messe lette i fedeli possono cantare canti popolari religiosi, osservando tuttavia la regola di saperli adattare alle singole parti della Messa.

     Il sacerdote celebrante, specialmente se la chiesa è grande e i fedeli numerosi, dica ad alta voce le parti che deve pronunciare con voce chiara secondo le rubriche, di modo che tutti i fedeli possano seguire la sacra azione opportunamente e con comodo».10

     Più completa ancora si ha quando il Celebrante legge e spiega il testo del Vangelo e dell’Epistola.




10 Cf. Istruzione della Sacra Congregazione dei Riti “De musica sacra”, del 3 settembre 1958, nn. 28-34.






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