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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Particolarità per la Famiglia Paolina

     a) La meditazione è l’unica pratica di pietà da farsi in comune, se non si è dispensati per causa grave. Essa tiene uniti gli spiriti, tutti alimenta con quotidiano cibo, mantiene e rafforza lo spirito paolino.

     b) Nella Famiglia Paolina deve dirigere e tenere la meditazione il superiore della casa per tutti; ed il capo di un gruppo, cioè il proprio Maestro.

     I comandi, le disposizioni, gl’indirizzi generali vengono preparati da considerazioni soprannaturali, dalla preghiera, da incoraggiamenti: nelle meditazioni. Ciò rende assai più facile l’accettazione e l’osservanza.

     c) Tuttavia è del tutto necessario abituare a riflettere, pregare, confermarsi nei buoni e particolari ideali e propositi. Perciò il Superiore ed il Maestro di gruppo insegneranno ed avvieranno a ben meditare. Esporranno il metodo, guideranno; due-tre giorni nella settimana assegneranno il libro e l’argomento, assisteranno, lasciando che ognuno eserciti liberamente le facoltà interne: mente, sentimento, volontà.

     d) Giova che alcune volte, a giudizio del Superiore, i Chierici ed i Discepoli temporanei, come pure Sacerdoti e Discepoli perpetui, facciano assieme ritiro mensile e meditazione del mattino.

     Metodo: All’inizio della vita spirituale è quasi indispensabile attenersi ad un metodo concreto e particolareggiato. L’anima non sa ancora camminare da sola; ed ha bisogno, come i bambini, di sostegni. Ma, a misura che andrà crescendo, sentirà un po’ meno la necessità di metodi rigidi; poi agirà con spontaneità


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e secondo il suo fervore e l’azione dello Spirito Santo.

     Vari sono i metodi e tutti hanno del buono, quando già hanno superato la prova del tempo e di anime, che ne fecero uso con profitto.

     Il metodo paolino sarà di guida.

     Le ordinarie meditazioni non possono essere semplici prediche; nelle quali, terminato il discorso del Sacerdote, ciascuno va ad altre occupazioni. Forse ciò sarebbe, e non sempre!, un’istruzione. In quanti casi, compresi molti corsi di Esercizi spirituali, non si medita, né si viene alla vera riforma dei pensieri, dei sentimenti, della vita. Gli Esercizi spirituali si possono fare senza predicatore e senza libro; mai senza la riflessione e senza la preghiera.

     La parte più necessaria della meditazione sta nel riflettere, applicare, esaminarsi, proporre, pregare.

     Il Maestro, che attende alla formazione dei giovani, limita le cosiddette prediche, si modera negli avvisi: forma invece delle vere coscienze, delle profonde convinzioni, delle abitudini a pensare, porta a vivere la fede, la speranza, la carità!

     Scelto il testo adatto, leggerà, o meglio farà leggere, qualche brano; poi ripeterà fermandosi sul punto principale; spiegherà, applicherà, ecc. Quindi si leggerà altro punto, e si farà come prima; poi una terza volta. Guiderà le riflessioni, farà sottolineare, forse interrogherà, ecc. Quindi un abbondante esame di coscienza, un proposito pratico (ciascuno facilmente ripeterà quello degli Esercizi spirituali o del Ritiro mensile); preghiera ben scelta e recitata lentamente.

     L’aspirante annoti nel taccuino: si attivino quanto possibile le sue facoltà. Anche quando si insegna il canto,


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il suono, il latino, l’aritmetica, ecc., si dànno esercizi, si correggono i compiti, si dànno esempi, ecc.

     Suscitare quanto è possibile la cooperazione attiva dell’educando. Si tratta di formare un uomo, un cristiano, un religioso, un apostolo!

     Nella meditazione, se è guidata dal sacerdote, o da altra persona, si segua docilmente quanto verrà detto. Se invece si deve fare da soli, si sceglie il libro che viene indicato; soprattutto si ritorni spesso sulle verità eterne e sulla dottrina di Gesù Maestro, Via, Verità e Vita, quale è esposta nei Vangeli e in autorevoli commenti.

     Occorre guardarsi dal pericolo di ridurre la meditazione ad una semplice istruzione della mente o ad una lettura spirituale. Lo spazio maggiore del tempo si dedica invece all’esame, al pentimento, ai propositi, alla preghiera. E così, se si impiega mezz’ora nella meditazione, un quarto d’ora circa sarà speso per questi atti.




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