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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Trasformare le nostre azioni in preghiera
Il Divino Maestro insiste: «Oportet semper orare et non deficere».7 S. Paolo: «Sine intermissione orate... Memoriam vestri facientes in orationibus nostris sine intermissione».8
I mezzi sono: le frequenti giaculatorie, oltre le comuni pratiche di pietà; conservare un abituale raccoglimento; l’offerta di ogni azione, compreso il riposo, il prender cibo, ecc.
È chiaro che le azioni devono essere buone, compiute in grazia di Dio, con retta intenzione.
S. Agostino avverte di fare di ogni azione un canto di lode al Signore: «La vita così canti da non far silenzio mai, con Dio».
S. Tommaso d’Aquino: «Tamdiu homo orat, quamdiu totam vitam suam in Deum ordinet».9
La recita dell’offerta «Cuore Divino di Gesù, io Vi offro tutte le orazioni, azioni e patimenti...» è di sommo vantaggio.
Quanto importi il far le nostre azioni in unione con Gesù è assai bene spiegato dall’Olier, che prima mostra in che modo Gesù è in noi per santificarci:
«Non solo abita in noi come Verbo con la sua immensità... ma abita pure in noi come Cristo, con la sua grazia, per renderci partecipi della sua unzione e della divina sua vita... Gesù Cristo è in noi per santificarci, santificar noi e le opere nostre, per riempire di sé tutte le nostre facoltà: vuol essere la luce della nostra mente, l’amore e il fervore del nostro cuore, la forza e la virtù di tutte le nostre facoltà, affinché in lui possiamo conoscere, amare e adempire i voleri di Dio suo Padre, sia per lavorare a suo onore, sia per soffrire e tollerare ogni cosa a sua gloria». Spiega quindi come le azioni che facciamo da noi e per noi siano difettose: «Le nostre intenzioni e i nostri pensieri tendono al peccato per la corruzione della nostra natura; e se noi ci lasciamo andare ad operar da noi stessi e a seguir le nostre inclinazioni, opereremo in peccato». Onde la conclusione è che bisogna rinunziare alle proprie intenzioni per unirsi a quelle di Gesù: «Vedete quindi quanta cura si deve avere, al principio delle azioni, di rinunziare a tutti i sentimenti, a tutti i desideri, a tutti i pensieri propri, a tutte le proprie volontà, per entrare, secondo S. Paolo, nei sentimenti e nelle intenzioni di Gesù Cristo: “hoc enim sentite in vobis quod et in Christo Jesu”».10