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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
L’orgoglio della mente e la sua guarigione
L’orgoglio dev’essere evitato; quell’orgoglio della mente che è più pericoloso e più difficile a guarire dell’orgoglio della volontà, come dice lo Scupoli.14
È quest’orgoglio che rende difficile la fede e l’obbedienza ai superiori; si vorrebbe bastare a se stessi, tanta è la fiducia che si ha nella propria ragione, e si stenta a ricevere gl’insegnamenti della fede, o almeno si vuole sottoporli alla critica e all’interpretazione della ragione; così pure un’eccessiva fiducia nel proprio giudizio, per cui rincresce consultare gli altri e specialmente i superiori. Ne nascono dolorose imprudenze; ne viene un’ostinazione nelle proprie idee, che ci fa recisamente condannar le opinioni non conformi alle nostre. Ecco una delle cause più frequenti di quelle discordie che si notano tra cristiani, e talora pure tra Autori cattolici. Già fin dai suoi tempi Sant’Agostino rilevava queste divisioni che distruggono la pace, la concordia e la carità: «sunt unitatis divisores, inimici
pacis, caritatis expertes, vanitate tumentes, placentes sibi et magni in oculis suis».15
Per guarir quest’orgoglio della mente:
1. Innanzi tutto sottomettersi, con docilità di fanciullo, agl’insegnamenti della fede: è lecito certo il cercar quell’intelligenza dei dogmi che si acquista con la paziente e laboriosa indagine, giovandosi degli studi dei Padri e dei Dottori, principalmente di S. Agostino e di S. Tommaso; ma occorre, come dice il Concilio Vaticano [I], farlo con pietà e sobrietà, ispirandosi alla massima di S. Anselmo: «fides quærens intellectum».16 Si schiva allora quello spirito d’ipercritica che col pretesto di spiegarli attenua e riduce al minimo i dogmi. Si sottometta il giudizio non solo alle verità di fede, ma anche alle direzioni pontificie; allora, nelle questioni liberamente discusse, si lascia agli altri la libertà che si desidera per sé, e non si trattano con disprezzo e disdegno le opinioni altrui. Così entra la pace negli animi.
2. Nelle discussioni non cercar la soddisfazione dell’orgoglio e il trionfo delle proprie idee, ma la verità. È raro che nelle opinioni degli avversari non ci sia una parte di verità, che ci era fin allora sfuggita. L’ascoltar con attenzione e imparzialità le ragioni degli avversari e concedere quanto è di giusto nelle loro osservazioni, è pur sempre il mezzo migliore per accostarsi alla verità, e serbare le leggi dell’umiltà e della carità.
La pigrizia: molti amano di sapere, ma non di studiare. La fatica mentale grava di più della fisica, anche per la salute. Perciò la costanza nello studio ed un metodo ben seguito richiedono fortezza e carattere: la preghiera è il massimo conforto.