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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Istruzione IX

FORMAZIONE PAOLINA

              “Perciò pregai e mi fu dato il senno,

              l’invocai

              e venne in me lo spirito della Sapienza.

              L’ho preferita a scettri e troni,

              e stimai un nulla le ricchezze

              in confronto di lei.

              Né la misi alla pari con le pietre preziose,

              perché tutto l’oro di fronte a lei

              non è che arena,

              e l’argento, in suo paragone,

              è spregevole fango.

              L’amai più della salute e della bellezza,

              e la preferii alla luce del sole,

              poiché lo splendore che da essa promana

              non conosce tramonto.

              Mi venne anzi ogni bene insieme a lei,

              e innumerevoli ricchezze

              mi portò nelle sue mani.

              Io ne godetti,

              perché la Sapienza è la loro dispensiera,

              ma non sapevo che ne è pure la madre;

              come la imparai senza secondi fini,

              così senza invidia la comunico;

              e non nascondo le sue ricchezze.

              Essa è per gli uomini un immenso tesoro,

              e quelli che ne fanno uso,

              si acquistano l’amicizia di Dio,

              divenendo a lui graditi

              per la loro buona condotta».

     (Sap 7,7-14).


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     Art. 133. Oltre ai tre voti comuni di obbedienza, castità e povertà, tutti i membri della Società, per consolidare e rafforzare la propria speciale devozione e quella di tutta la Società verso la persona del Romano Pontefice e il suo supremo magistero, emettono un quarto voto di fedeltà, cioè al Romano Pontefice circa l’apostolato.

     Art. 134. a) In virtù del filiale voto di fedeltà col quale ci leghiamo al Vicario di Cristo, di tutto cuore e in perpetuo lo dichiariamo nostro Superiore supremo e dolcissimo Pastore che seguiamo in terra come Cristo, in tutte e singole quelle cose che nella nostra Società riguardano la vita religiosa, sacerdotale ed apostolica sia generica che specifica.

b) Riconosciamo il Vicario di Cristo quale supremo Superiore e amatissimo Padre della Pia Società, ornato della triplice, piena e immediata potestà di governo e cioè della potestà di giurisdizione o delle chiavi, di quella dominativa e di quella che proviene dal voto o vincolo di religione.

c) In tutto ciò noi promettiamo filiale obbedienza ai comandi del Sommo Pontefice e il nostro voto di obbedienza si estende a tutte quelle cose, anche eroiche, a cui si estendono la potestà di giurisdizione e dominativa.

d) In modo particolare i membri, col voto di fedeltà al Romano Pontefice, Superiore e Padre, si obbligano per tutto quello che riguarda l’apostolato specifico della Società. Pertanto i membri accetteranno ed


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eseguiranno, senza indugio, ciò che il Romano Pontefice avrà comandato, insegnato ed indicato nel comunicare la dottrina e in quelle cose che riguardano la forma, il modo e le circostanze di tempo e di luogo dell’apostolato.

e) Tuttavia, ogni membro trasgredisce il voto di fedeltà soltanto quando non osserva ciò che il legittimo superiore comanda in virtù del medesimo voto di fedeltà.




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