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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Norme particolari
1. Nella citata Ratio studiorum si dànno pure norme particolari riguardanti i nostri studi.
2. Lo studio della lingua nazionale occuperà il primo posto. Se gli aspiranti arrivano dopo il semplice corso elementare, prima di tutto coltivino la lingua patria, poi passeranno al latino. Nelle recite e nelle letture, fin dai primi anni gli scolari si esercitino ad una buona modulazione della voce; così seguano l’apostolato tecnico secondo il fine dell’Istituto.
3. Il «curriculum studiorum» comprende:
a) quattro o cinque anni per lo studio medio-classico inferiore;
b) due anni di corso medio-classico superiore;
c) l’anno di noviziato;
d) biennio filosofico;
e) anno di esperimento pratico nelle Case apostoliche;
f) quattro anni per il corso teologico;
g) anno di pastorale.
4. Nel periodo medio-classico si dia un avviamento alla sacra liturgia, alla patrologia, con la traduzione di tratti dei Santi Padri, alla storia ed etnologia (costumi e abitudini e leggi dei popoli orientali e nelle terre di missione), ai problemi odierni (stampa, cinema, televisione, questioni sociali), alla Chiesa (gerarchia, concili, allocuzioni e discorsi del Papa); ed anche i primi principi della filosofia.
5. Gioverà per un continuo miglioramento degli studi seguire una struttura ben definita:
a) l’anno scolastico si divida in due semestri cui seguono sei settimane di vacanze;
b) l’anno si apra e si chiuda con una conveniente solennità. La festa di Gesù Maestro venga celebrata come festa di prima classe;
c) vi sia molto impegno per le scuole e gli studi a norma degli orari;
d) si tengano frequenti riunioni dei Maestri;
e) si espongano i voti in quadri a vista di ognuno, preferibilmente in luogo sacro.
6. Nei corsi inferiori le scuole durino almeno quattro ore ogni giorno e lo studio due ore.