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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Prefetto e insegnanti
Nelle singole Case ove si trova uno studentato è necessario l’ufficio di Prefetto degli studi. Egli aiuta, supplisce e rappresenta il Superiore in quanto a regolare gli studi. Egli regola la disciplina scolastica e assicura che tutto l’insegnamento sia ordinato nello spirito delle Costituzioni.
Il Prefetto degli Studi prepara il Calendario Scolastico, sotto la direzione del Superiore locale; inoltre cura:
a) che l’anno scolastico sia inaugurato e chiuso nel giorno stabilito;
b) che i voti scolastici vengano pubblicati;
c) che gli esami procedano con ordine, serietà e giustizia;
d) ugualmente visiti le scuole, interroghi gli alunni, e cerchi di destare serio impegno negli insegnanti e maestri.
Per gli insegnanti nelle discipline filosofiche e teologiche si ricordi quanto è desiderato dalla Santa Sede, cioè che siano muniti di laurea o di licenza nelle facoltà rispettive.
Nelle Case sedi di studi siano eletti i Consiglieri in aiuto al Superiore ed al Prefetto degli Studi, allo scopo di promuovere la formazione religiosa, intellettuale e apostolica.
«Aquinate duce et magistro, theologia methodo positiva simul et scholastica tradatur, ita nempe ut, prælucente authentico Ecclesiæ Magisterio, Divinæ Revelationis fontes, accuratissime congruisque subsidiis adhibitis, perscrutentur indeque hausti veritatis thesauri clare exponantur et efficaciter vindicentur. Cum enim Revelationis depositum soli Ecclesiæ Magisterio authentice interpretandum commissum sit, non ratione mere humana et privato iudicio, sed iuxta sensum et ad mentem ipsius Ecclesiæ fidelissime explicandum est. Sciant igitur christianæ theologiæ magistri se non proprio iure ac nomine, sed nonnisi supremi Magisterii nomine et auctoritate ac proinde sub eius vigilantia et moderatione, a quo canonicum veluti munus acceperunt, suo ministerio fungi. Probe meminisse debent sibi factam non esse potestatem docendi ut sua opinionum placita cum alumnis disciplinæ suæ communicent, sed ut iis doctrinas Ecclesiæ probatissimas impertiant» (Ratio studiorum, art. 97).4