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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Norme per la radio
Art. 260. La Pia Società S. Paolo, secondo il suo fine speciale, deve anche arrivare a far sì che la radio e la televisione siano usate come importanti mezzi di
apostolato, ossia per la diffusione della parola di Dio. Dove è possibile, la Società deve possedere anche proprie stazioni.
Art. 261. Niente deve essere edito attraverso la radio e la televisione che non sia conforme al fine speciale della Società; sulla qual cosa vigilino i Superiori con cura speciale. Le trasmissioni radiofoniche e televisive devono perciò trattare quello che, direttamente o indirettamente, riguarda la religione, ossia la fede, la morale e il culto. In questo, fatti i dovuti riferimenti, devono essere applicati i principi riguardanti la redazione, stabiliti negli articoli 229-232.
Meditiamo le parole da Pio XII rivolte ai partecipanti alla Conferenza internazionale radio-diffusione ad alte frequenze (1950): «Spesso si sentono lamentele riguardo ai misfatti della radio e al suo concorso nella perversione degli intelletti e dei costumi. Ma perché la malizia di alcuni abusa dei doni di Dio e delle scoperte dell’uomo, si dovrà forse privare se stessi e gli altri dei vantaggi che ne erano il fine provvidenziale? Senza dubbio bisogna condannare e colpire gli abusi; meglio ancora bisogna prendere tutte le misure più efficaci per reprimerli. Quanto ai benefici di cui ogni generazione si arricchisce, occorre, invece, valorizzarli e fare in modo che il vantaggio da essi derivante, grazie all’attività di uomini di scienza e di coscienza, sorpassi e neutralizzi il male compiuto da indegni speculatori.
Incalcolabile è questo bene in ogni campo. Anche in quello direttamente pratico, chi potrà a sufficienza lodare gli immensi servizi resi dalle radio-diffusioni in
caso di urgenti necessità e di estremo pericolo? Chi potrà dire l’utilità sociale delle informazioni, degli scambi di notizie fra tutti i membri della grande famiglia umana? Chi potrà valutare il profitto che dà alla cultura generale la possibilità di far ascoltare le conferenze e le lezioni più varie, di far giustamente gustare gli incanti della bella dizione e della bella musica?».