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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Le funzioni del Superiore generale: essere via-verità-vita

     Via: cioè segni la strada del buon paolino assai più con la sua vita che con la parola, secondo il Maestro Divino: «cœpit facere et docere».1

     Esempio nella pietà, nello studio e apostolato, nell’osservanza della povertà, delicatezza, obbedienza, umiltà,


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zelo, e soprattutto nella carità. Sia uomo di cuore! oltre le altre qualità.

     Curi l’osservanza religiosa in ogni parte, facendo praticare e praticando egli stesso le Costituzioni.

     Verità: La sua predicazione, orale o scritta, sarà abbondante; particolarmente istruirà per quanto riguarda la dottrina ascetica e mistica; vigilerà sopra la dottrina che viene esposta nei corsi di filosofia, teologia e pastorale; si renderà conto di tutti gli studi, che cercherà di promuovere; egli stesso si terrà sufficientemente aggiornato, per dare indirizzo sicuro e conforme alla Santa Sede; particolarmente nelle edizioni di stampa, cinema, radio, televisione. Su di queste deve vigilare continuamente.

     Vita: Raccoglie nel suo cuore i bisogni di tutti; tutto e tutti presenta al Signore nelle sue preghiere.

     Vigila che siano allontanati i pericoli morali per le case ed i singoli.

     Conserva lo spirito e le tradizioni dell’Istituto.

     Sarà esigente sulle pratiche di pietà.

     Per se stesso sarà uomo di orazione; e si riserverà il tempo necessario per la sua pietà; anche più abbondante rispetto agli altri membri.


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     Avrà cura delle osservanze liturgiche, delle chiese, delle funzioni.

     Perciò nella elezione del Superiore Generale si osserverà quanto stabilito dalle Costituzioni (art. 333): «Per il bene della Società è di massima importanza che il Superiore generale sia anzitutto un perfetto uomo di Dio, pronto ad ogni opera buona. Venga perciò eletto un uomo insigne in tutte le virtù religiose e sacerdotali, specialmente nella carità verso Dio e la Chiesa, nello zelo per le anime, nell’amore sincero verso la Società, nella sapienza, nella prudenza, nella sagacità dell’ingegno, nella costanza e nella fortezza d’animo contro le difficoltà nel condurre a termine le opere intraprese».




1 «Incominciò a fare e ad insegnare» (At 1,1).




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