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Giacomo Alberione, SSP
Ut Perfectus sit Homo Dei

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Fedeltà al dovere

     Il dono della volontà segue il dono dell’intelligenza. L’esercizio di fedeltà al dovere educa e fortifica la volontà.

     Applicazioni necessarie:

     Se entrano per studiare, studino! con volontà ferma in classe e nel tempo destinato a questo dovere.

     Se vengono per essere religiosi, si preparino secondo le disposizioni date dall’Istituto.

     Se sono entrati in questo Istituto, seguano i regolamenti che sono stabiliti.

     Se vengono dati avvisi, si accolgano e si pratichino.

     Se hanno emessi i voti, li osservino.

     Se il Confessore ed il Direttore spirituale fanno un richiamo, dànno un suggerimento, mettono in guardia da un pericolo, siano docilissimi.

     Saranno così se hanno contratto l’abitudine ad obbedire in famiglia. Ma, dolorosamente, in molte famiglie la disciplina e l’autorità paterna sono affievolite; si abituano ad una specie di indipendenza da una parte


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e condiscendenze eccessive dall’altra; figli che s’impongono con i capricci e genitori deboli che cedono. Circola, poi, un errore che toglie ogni vigore alla volontà: è la morale delle circostanze, delle convenienze. Si approva il dovere in teoria; ma nella pratica si opera come si vuole, come piace, secondo il guadagno o l’ambiente; si sceglie là dove vi è minor sacrificio o maggior soddisfazione.

     A correggere tali abusi occorrerebbe un lungo esercizio di obbedienza.




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