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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
La redazione rispetto ai cattolici
Il Vangelo in particolare, e la Scrittura in generale, è il libro di Dio. Il Signore che ha creato il cuore dell’uomo nella sua sapienza ed amore ha dato l’insegnamento più adatto, più utile, più efficace.
Tra la turba che ascoltava Gesù durante la sua vita pubblica, si diceva: «Nessuno ha mai parlato come quest’uomo» [Gv 7,46]. La sua parola era chiara, sicura, accompagnata dalla grazia e da una luce che Egli comunicava all’intimo delle anime.
Quanto più nei nostri scritti e parole facciamo scomparire l’uomo per fare invece sentire Dio e la Chiesa, tanto migliore ed ascoltato l’apostolo.
L’apostolo infatti non è un grande pensatore che propone sue conclusioni, o deve difendere sue dottrine; l’apostolo è un testimonio: «Eritis mihi testes».5 È testimonio di quanto ha veduto e sentito dal Maestro Divino e dalla Chiesa in cui egli continua a vivere, insegnare, guidare.
E questa è grande saggezza e garanzia di buon risultato.
La Chiesa è infallibile nelle cose di fede e di morale; essa ha il mandato: «andate ed insegnate»; propone il suo insegnamento che è il messaggio della salvezza. Propone la sua dottrina con l’autorità di Gesù Cristo; vi è la maggior sanzione, salvezza o perdizione; l’uomo è libero di accettarlo o rifiutarlo.
L’apostolo delle edizioni si presenta come S. Paolo: «ut sim minister Christi Jesu in gentibus»6 (Rm 15,16). Gesù Cristo «cujus factus sum minister».7 «Sic nos existimet homo ut ministros Christi et dispensatores misteriorum Dei»8 (1Cor 4,1).
L’apostolo delle edizioni presenta la dottrina della Chiesa in primo luogo; gli Apostoli predicavano prima che fossero scritti i Vangeli.
Seguendo la Chiesa non si presentano delle interpretazioni di testi, di pensieri personali, di studi fatti, di opinioni. Schematicamente la dottrina della Chiesa è nei catechismi.
Il primo catechista è stato Gesù Cristo. A Lui seguirono gli Apostoli ai quali aveva detto: «Andate dunque ad ammaestrare tutte le genti, battezzandole...» [Mt 28,19]. La loro predicazione fu di preferenza catechesi battesimale; la dottrina del Maestro, inquadrata nel racconto della sua vita.
Gli Apostoli si associarono i diaconi ed anche alcuni laici. Alla catechizzazione degli Apostoli seguì il catecumenato, che aveva lo scopo di raccogliere i simpatizzanti per la fede cristiana, istruirli convenientemente e prepararli al battesimo.
Sorsero poi importanti scuole di catechismo ad Antiochia, a Gerusalemme, a Roma, e fiorirono nella Chiesa catechisti insigni, quali: San Clemente Alessandrino, Tertulliano, San Cirillo di Gerusalemme, S. Ambrogio, S. Agostino.
Nell’alto Medio Evo si riscontra una notevole povertà del programma catechistico, finché questo non ebbe un nuovo impulso dal Concilio di Trento, che a base della riforma cattolica, della disciplina e della legge ecclesiastica, pose l’istruzione religiosa. Da allora il catechismo ebbe una propria organizzazione, sotto la guida di eminenti Dottori e Pastori: S. Roberto Bellarmino a Roma, S. Carlo Borromeo a Milano e S. Gregorio Barbarigo a Padova. Si aggiunsero i primi testi fra i quali molto pratici quelli di S. Pietro Canisio in Germania e di S. Roberto Bellarmino in Italia.
L’apostolo delle edizioni contribuisce all’opera catechistica mediante tutte le sue iniziative. Specialmente col coadiuvare a tre grandi attività: l’istruzione catechistica, la formazione catechistica, l’organizzazione catechistica.
La dottrina catechistica dev’essere completa, cioè non limitata ad una sola parte della dottrina cattolica, ma estesa a tutte e tre: fede, morale e grazia, dando ad ognuna lo svolgimento conveniente.
L’apostolo scrittore, pur non trascurando ciò che presentano di buono tutti i metodi, preferirà quello ciclico progressivo, al quale unirà il cosiddetto attivismo, in tutti i suoi aspetti: intellettuale, organizzativo, collaborativo e vitale.