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Giacomo Alberione, SSP Ut Perfectus sit Homo Dei IntraText CT - Lettura del testo |
Fraternità e comunione
Le relazioni fra i religiosi dovranno ispirarsi all’amore fraterno, ma in grado più perfetto che non nella famiglia naturale. Sempre necessario il «cor unum et anima una»,3 come era detto dei primi cristiani.
È necessario quindi eliminare quanto potrebbe generare divisioni, rancori: non detrazione, non rapporti ingiustificati, non critiche vicendevoli... Il libro dei Proverbi
pronunzia una maledizione terribile contro chi suscita divisioni: «Vi sono sei cose che il Signore detesta, anzi sette che il suo Spirito abbomina:... chi semina discordie tra i fratelli» (Prv 6,16-19).
San Basilio, San Bernardo, Sant’Ignazio volevano che i seminatori di discordie fossero, se era possibile, dimessi dalla Congregazione religiosa, o almeno separati dalla comunità.
Se la diversità di caratteri, se qualche difetto o qualche atto può produrre un po’ di freddezza, per ristabilire l’unione, la pace e la carità, dovranno sempre ritornare al pensiero di esser fratelli tra di loro e figli del Padre Celeste.
Unione di mente: La carità non richiede dai religiosi di non avere alcun pensiero personale, o l’obbligo di accettare sempre le idee altrui; ma essa produce sensibilmente una larga conformità di vedute, di sentimenti e di mire; gli stessi principi, gli stessi fini, gli stessi mezzi, e la formazione religiosa avvicinano sempre di più le opinioni. Vi sono tuttavia casi di divergenza; allora si segue la regola di S. Agostino: «In certis unitas; in dubiis libertas; in omnibus caritas»; nelle cose certe, unità; nelle cose dubbie, libertà; in tutte, carità.
Unione di cuore: Quest’unione non sarà difficile, anzi sarà profonda, se sempre si è guidati dallo spirito soprannaturale.
Unione di parole e di modi: Qui si esige che vengano evitate con cura parole e modi di fare pungenti; e inoltre si usino vicendevolmente quei riguardi che la fede e la buona educazione ispirano. Formare l’abitudine
a disporsi con umiltà nel tratto e nel parlare e avere un cuore inclinato ad accogliere le buone ragioni dei fratelli.
Unione di opere: Questa è necessaria per il successo di ogni iniziativa per la gloria di Dio, la pace degli uomini e la santificazione di ognuno. È vero che gli uffici in un istituto sono vari; ma ciascheduno porti la sua parte al compimento dell’opera totale.
Unione di preghiere: È stato scritto: «Accanto alla comunione generale dei Santi, che unisce tutti i membri della Chiesa militante, purgante e trionfante, esiste anche una comunione di santi speciali: comunicazione dei meriti, delle preghiere e delle buone opere di tutti i religiosi viventi e defunti di ogni istituto». I membri di una stessa famiglia religiosa devono pregare volentieri gli uni per gli altri, invocare i fratelli defunti, offrire i suffragi per coloro che potrebbero ancora trovarsi in Purgatorio. Pregare anche per le persone esterne a cui viene indirizzata l’attività apostolica: alunni, lettori, spettatori, uditori, cooperatori, ecc.
In questo è del tutto necessario lo spirito di fede. Ogni membro della famiglia religiosa ricordi sempre che questa è un’immagine della Famiglia Celeste e che i membri stessi un giorno si riuniranno in cielo.
La Famiglia di Nazareth ci ha dato sulla terra il miglior esempio di questa vita di famiglia religiosa. Quante delicate attenzioni! Quale rispetto scambievole! Quali premure reciproche! E come tutto era in comune: gioie e pene, prove e consolazioni; tutto al compimento dei disegni di Dio, che era la redenzione dell’umanità.