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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Il valore del quotidiano

Quello del quotidiano è problema che si differenzia da tutti gli altri problemi di stampa. Il libro, il periodico... riguardano categorie particolari di persone. Il quotidiano, invece, riguarda tutti, perché è diventato necessario per tutti.

Il quotidiano poi tratta tutti gli argomenti che possono interessare ogni categoria di lettori.

In esso, la politica, il commento, la cronaca ragguagliano sugli sviluppi o le previsioni del momento. La rubrica letteraria mette al corrente delle attualità e novità. Il novelliere racconta la sua leggera trama di moda. Il corrispondente cinematografico presenta e applaude alle novità che possono interessare la curiosità del pubblico... Per questo è ormai diventato necessario. La gente vuol sapere, vuol conoscere, vuol imparare e legge. Legge il giornale.

Il quotidiano giunge dappertutto: prende di assalto i ritrovi, tiene il primo posto nelle edicole, dà lavoro ad un numero stragrande di strilloni che infestano le stazioni, le vie ed i corsi più affollati.

Il quotidiano è voce che si moltiplica su milioni di fogli per moltiplicarsi su milioni di bocche e di cervelli.

È divulgatore di idee, di riflessioni: è germe di azione. Idee, riflessioni, azioni che germogliano


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il bene o il male a seconda se scaturiscono da menti sane o menti guaste, perché anche qui si applica il detto del Maestro divino: «Ogni albero buono dà frutti buoni, ed ogni albero cattivo dà frutti cattivi».2

La gran massa dei lettori prende in generale e legge il giornale senza discernere, senza vagliare. Si legge, si beve a sorsi copiosi la medicina o il veleno. Ci si forma così la mente e la coscienza a poco a poco, senza accorgersene, finché si trova in se stessi un patrimonio nuovo che si pensa di dovere a nessuno perché si crede proprio, tanto il lavoro esterno del foglio è influente nello spirito, ma impercettibile e inavvertito.

Naturalmente il male, che è più conforme alla nostra natura corrotta, s’infiltra con più facilità e miete vittime in numero sterminato.

A questo purtroppo non si riflette, e il giornalismo diventa troppo spesso non solo un semplice raccoglitore di idee, ma anche una vera cattedra di errore e di male.




2  Mt 7,17.






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