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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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La missione del quotidiano cattolico

Se il giornale è una delle principali mani che concorrono alla coltivazione di quella pianta sensibilissima, ragionevole, impressionabile che


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è la coscienza, non deve essere preparato con leggerezza.

È troppo noto il male cagionato da un giornale malsano, diventato ormai una professione d’iniquità, che rende la vita ogni giorno più amara, più turbinosa.

Quanto odio, quanta immoralità, si svela e si decanta sulle colonne di giornali non ispirati a principi e criteri cristiani!

Specialmente nel ceto medio, fra la gente di cultura media, nel popolo, essi dettano leggi, formano la base di ragionamenti, di propositi, di entusiasmi impregnati di pessimismo pernicioso quando non sia di errore e di immoralità.

Per troppi, un quotidiano che forse non è in se stesso se non un foglio di carta insudiciato di inchiostro, è diventato Vangelo.

Tutto questo fa comprendere la necessità di un giornalismo che si proponga come missione specifica di formare le coscienze degli individui e delle masse. Un giornale di valore, che merita d’essere letto, cercato e amato come un amico; che non seduce, non inganna, non mentisce, ma che, nell’esposizione e valutazione dei fatti, dispone lo spirito a considerare le cose umane con un senso di ottimismo, che fa pensare ad un Dio, buono e giusto, nostro principio e nostro fine.

E ciò lo può fare solo il giornale cattolico che, astraendo da ogni interesse materiale, abbia,


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per così dire, come motto il programma evangelico compendiato nel trinomio via, verità e vita, ossia quel giornale che forma le menti, le volontà e i cuori secondo la fede e la morale evangelica.

Riguardo al quotidiano cattolico è da notare che molto è stato fatto e si fa, ma troppe forze si disperdono. Il giornalismo cattolico deve più e specialmente oggi, rendersi conto dell’importanza della sua missione. Si pensi che tanti hanno fame e sete di luce e di amore; che la parola di Gesù Cristo e del suo Vicario è desiderata dalle masse che la domandano e la vogliono; che negare il pane all’affamato è delitto, darne poco quando si può dare con sovrabbondanza è rinunziare alla propria missione di carità.

Di più, il giornale cattolico è sottoposto a innumerevoli critiche; si dice, ad esempio, che è scarso di notizie, retrogrado, deficiente nella parte tecnica, privo di servizi dall’estero, ecc.




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