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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Preparazione adeguata

Preparazione morale, ossia carattere buono, schietto e allegro. In particolare, grande amore ai fanciulli. È noto che, se i fanciulli non si amano di amore sincero ed efficace, non si sanno comprendere e trattare.

Quanti valenti scrittori, che suggestionano ed affascinano le folle, lasciano indifferenti i fanciulli!


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Preparazione intellettuale che, oltre il patrimonio di scienza religiosa e profana, richiesta all’apostolato redazionale, vuole ancora una giusta valutazione dell’importanza della letteratura infantile; la conoscenza della sua storia e quella teorica e pratica della psicologia del fanciullo.

La valutazione dell’importanza abbraccia:

– il punto di vista educativo-morale: la letteratura dei fanciulli si volge a spiriti in formazione; a persone nelle quali i poteri critici sono ancora quasi del tutto assenti; forma uno dei principali alimenti dell’animo del fanciullo;

– la responsabilità per gli adulti (genitori, educatori, coloro che regalano un libro al fanciullo): perché sugli adulti ricade la scelta, l’orientamento delle letture infantili;

– l’ordinamento della scuola: in alcuni ordinamenti scolastici la letteratura costituisce la base dell’insegnamento e della formazione.

La storia della letteratura può dirsi antica e recente nello stesso tempo.

Antica, poiché descrizioni della natura, di atteggiamenti psicologici, di giochi e azioni che esprimono il modo di percezione, di giudicare e di agire del fanciullo, si trovano in quasi tutte le opere letterarie dall’antichità fino ai giorni nostri: da Omero a Giovanni Pascoli, dalle favole di Esopo alle odierne descrizioni dell’aeroplano. Onde, sotto questo riguardo, la letteratura


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per i fanciulli si potrebbe proclamare antica quanto l’arte letteraria.

Recente, poiché in quasi tutte le nazioni civili vi è tutta una vasta letteratura costituita da libri e giornaletti scritti per i fanciulli, suggeriti dallo studio e dall’osservazione del mondo, prima non troppo esplorato, della fanciullezza. Letteratura che, considerata nel suo insieme, è un fenomeno poiché ovunque ha avuto rapido progresso, quasi vi fosse la fretta di ricuperare il tempo perduto. Ovunque essa ha mirato a divenire sempre più artistica ed ha voluto servire la causa dell’educazione, non con diretti sermoni, ma con la persuasione, cercando di essere sempre più divertente.

È necessaria infine la conoscenza della teoria e pratica della psicologia del bambino nei suoi tre principali periodi: infanzia, fanciullezza e adolescenza, secondo i principi generali qui esposti.

L’infanzia comprende i primi sei anni del bambino e presenta tre fasi. La prima va dalla nascita al quindicesimo mese. È caratterizzata soprattutto dall’acquisto del linguaggio. Le sensazioni, sul principio poco differenziate, acquistano in seguito il loro carattere specifico, e le percezioni delle persone e delle cose che formano l’ambiente in cui vive il bambino diventano gradatamente sempre più precise. La seconda


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fase si chiude con il terzo anno di età. È il periodo in cui il bambino si rivela un grande imitatore. La terza si estende dal terzo al sesto anno e ci rivela il bambino in multiforme relazione con le persone che lo circondano.

Nelle tre fasi dell’infanzia, la caratteristica più importante ai fini dell’educazione, e quindi anche della letteratura, è una curiosità che sembra insaziabile e inesauribile nella formulazione dei «perché». Vi si aggiunge il capriccio, che si manifesta in una reazione alla volontà altrui perché al bambino pare contraria a ciò che pensa o gli è stato detto.

L’infanzia sboccia nella fanciullezza, che decorre dai sei ai dodici anni circa.

La fanciullezza è il periodo dell’educazione e dell’istruzione perché il fanciullo, che si sente già legato alla vita sociale, è un complesso di attività psichiche e morali che si vanno svolgendo. Energie che hanno bisogno di essere conosciute, suscitate e rivolte verso il loro svolgimento e perfezionamento.

Alla fanciullezza segue l’adolescenza, che si estende dai dodici ai quindici anni circa. È definita dagli psicologi la seconda nascita perché costituisce una fase dello sviluppo umano molto decisiva.

Nel campo intellettuale l’adolescente è prevalentemente soggettivo, ossia è meno realista


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o legato al concreto del fanciullo. La realtà per lui è modificata dalla finzione o creazione della fantasia, che a sua volta è colorita dal sentimento. L’adolescente ama quindi il simbolo e quasi l’illusione, le cerimonie, i segni esteriori, i simboli. La vita sentimentale è ricchissima. Notevole la simpatia che si trasforma in sentimento erotico e talora morboso.

La volontà è spesso volubile e squilibrata.

Il sentimento estetico, che nasce sia dalla contemplazione della natura, che per l’adolescente riesce quasi una rivelazione simbolica, come dalle arti e particolarmente dalla musica e dalla poesia, è assai sviluppato.

Il concetto di Dio nasce in lui dall’idea di un giudice, ossia dal concetto di sanzione, ma non è ancora la concezione di un assoluto filosoficamente indotto e dedotto.

L’adolescenza del giovane è alquanto diversa da quella della giovinetta, nella quale appare più frequente la fantasticheria, quasi sonnolenza intellettuale, talvolta congiunta a malinconia. Cosa questa più rara nell’adolescente fanciullo, il quale più attivamente cerca lo sfogo nel gioco.

Nell’adolescenza il ragazzo, che non è più fanciullo e non ancora giovane, forma la propria personalità. È quindi necessario studiarlo in tutte le sue multiformi rivelazioni in modo da poter


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corrispondere ai suoi bisogni, non comprimergli quelle tendenze che gli si debbono lasciare libere e avviarlo al giusto concetto della vita.




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