Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Conoscenza delle missioni
Una conoscenza completa delle missioni abbraccia:
– Il concetto esatto del termine «missioni» quale è inteso dalla Chiesa, ossia il mandato di evangelizzare la fede ai popoli infedeli.
– Il duplice fine dell’attività missionaria: il fine generico che mira alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime; il fine specifico che è di stabilire in modo perfetto e duraturo la Chiesa di Gesù Cristo in quei luoghi ove non lo è ancora.
– Lo studio della missionologia dottrinale, descrittiva, operativa. La dottrina nella parte generale, in quanto considera l’idea missionaria nella sua base, ossia indaga le cause filosofiche e teologiche per cui la Chiesa cattolica ha il diritto e il dovere di propagare la fede; il fondamento biblico, patristico, dogmatico, morale, liturgico, apostolico.
Nella parte speciale che abbraccia l’attività missionaria nelle modalità della sua estrinsecazione: il diritto (parte giuridica) e la metodica. La descrittiva, ossia la storia del passato e la descrizione del presente, la missionografia (studio delle religioni, analogia, geografia missionaria, statistica missionaria...). La operativa, sia pratica che di cooperazione. La prima riguarda il personale che lavora nelle missioni. La seconda
considera l’aiuto che prestano ai missionari i cattolici dimoranti in paesi nei quali la gerarchia ecclesiastica è già regolarmente costituita.
Questa conoscenza si integra con lo studio dei mezzi, delle vie e dei pregiudizi circa le missioni.
I mezzi delle missioni sono molteplici e variano secondo le circostanze di tempo, di luogo, di persone, di condizioni politiche e sociali. Tra i molti si ricorda ad esempio la geografia delle missioni, che risponde a domande essenziali: a chi andare? in quali luoghi? come sono quei popoli?
Le vie delle missioni, che sono le vie dei cuori. Nell’opera missionaria i grandi successi come i grandi insuccessi dipendono in maggioranza dall’avere o no trovate o seguite queste vie. Gli apostoli ed i grandi missionari hanno in questo imitato la perspicacia e la delicatezza del Maestro divino, quale appare ad esempio nella chiamata degli Apostoli, nella conversazione con la Samaritana, con Zaccheo, nel modo di affascinare le turbe.
Queste vie variano secondo le circostanze e richiedono studio, esperienza, adattamento.
Il Massaia,1 ad esempio, si è inoltrato in Etiopia esercitando la medicina. Gli infedeli andavano a lui per essere guariti dal vaiolo ed egli ne approfittava per portarli a Dio. I primi
Gesuiti sono riusciti ad entrare in Cina con l’astronomia; altri in altri modi.
Tutti i missionari hanno esercitato la beneficenza sotto le più svariate forme. Ne rendono testimonianza i molteplici ospedali, ricoveri, orfanotrofi, scuole, opere di assistenza... aperte in quasi tutte le missioni.
I pregiudizi e gli equivoci circa le missioni, i missionari e le opere loro, sono molti e vari. Tra i più comuni vi è questo: i missionari – si dice – sono preziosi propagatori dell’idea e dell’influenza nazionale del proprio paese. Ed è noto come uomini contrari alla fede apprezzano i missionari non per la loro opera evangelica, ma perché essi possono aprire in paesi lontani vie all’influenza politica e al commercio del proprio paese. Ne deriva che a volte, mentre si perseguitano i religiosi in Patria, si aiutano all’estero per i benefici di carattere politico o commerciale. L’esperienza invece di tanti secoli dimostra che il missionario il quale porta all’estero il solo nazionalismo, inquina e sterilizza la propaganda, sia religiosa che politica. Tuttavia se egli, senza preoccuparsi della propaganda politica, farà il buon missionario, anche non direttamente, farà conoscere e amare il proprio paese.
La conoscenza delle missioni è per alcuni necessaria e per altri utile.
È necessaria al clero, ai missionari, agli apologisti, agli studiosi, agli avversari...
Al clero per completare il corso teologico onde possa entrare pienamente nella finalità e nella missione pastorale.
Ai missionari perché imparino la teoria della loro futura azione pratica e tesoreggino dell’esperienza di coloro che già li hanno preceduti.
Agli studiosi perché comprendano l’importanza della missionologia sia dal punto di vista teorico-scientifico che pratico.
Agli apologisti perché se ne valgano nella lotta contro i nemici della Chiesa, particolarmente contro i protestanti e i maomettani, che si sforzano di estendere i loro errori invadendo a tal fine il nostro campo e rubandoci messi biondeggianti.
Gli avversari, sia teorici che pratici, che tentano di paralizzare l’opera missionaria.
La conoscenza delle missioni è poi utile e importante per tutti, buoni e cattivi, fedeli e infedeli, regnanti e sudditi... perché tutti non solo non le impediscano, ma le favoriscano in ogni modo, secondo le direttive proposte dalla Chiesa.
L’apostolo scrittore, profondamente penetrato dell’idea missionaria, sappia approfittare di tutte le occasioni per propagarla nel modo che giudicherà più utile alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime.