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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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4. Don Alberione apostolo della buona stampa dal 1931 al 1944

Per stabilire l’età di AE può essere preso a riferimento come data di inizio l’anno 1931, come per AS. Le date finali sono più precise: il visto per delega, di Don Tempra, è stato rilasciato a Roma il 10 dicembre 1943; il nulla osta alla stampa, del Teologo G. Giaccardo, è stato rilasciato ad Alba il 2 gennaio 1944; il visto con il permesso di stampa del Vicario diocesano, il can. P. Gianolio, è da Alba, 5 gennaio 1944. La stampa di AE, a opera delle Figlie di San Paolo, è stata ufficialmente ultimata il 15 gennaio 1944.

Che cosa avvenne di Don Alberione come apostolo della stampa dal 1931 al 1944?

Con data 25 dicembre 1931 esce il primo numero di Famiglia Cristiana e nello stesso anno vengono pubblicate alcune istruzioni morali di Don Alberione sotto il titolo La passione predominante.


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Nel 1932, 25° anno del suo sacerdozio, Don Alberione fa uscire, a stampa, il Donec formetur Christus in vobis (manuale di formazione paolina) 11 e una raccolta di meditazioni, intitolata Per i nostri cari defunti, per il mese di novembre.

Assieme ad Apostolato Stampa, nel 1933 viene pubblicata altra predicazione di Don Alberione, come Considerazioni ascetiche sulla Confessione (ritiro mensile dei sacerdoti), Si vis perfectus esse (meditazioni ai chierici), Leggete le Ss. Scritture (dieci ore di adorazione sulla Bibbia).

In genere, gli stampati della Società San Paolo sono considerati devozionali e mediocri. In un annuario cattolico di questi anni (1934) si legge appunto che la Pia Società San Paolo di Alba pubblica La Domenica Illustrata e La Gazzetta d’Alba e inoltre «Il Divino Maestro della Famiglia Cristiana, La Madre di Dio, La Vita Pastorale, Una buona parola, La Domenica, periodici tutti di diffusione piuttosto limitata e locale».12

Avviene però, non solo più in teoria ma nei fatti, una identificazione tra predicazione orale e predicazione scritta.

Dando l’esempio come Primo Maestro, Don Alberione esercita in prima persona l’apostolato-stampa. La sua parola messa su carta mira a nutrire e ammaestrare la intera Famiglia Paolina in crescita, e possibilmente a guadagnare anche “vocazioni” tra un pubblico esterno sempre più vasto.

Scrivere è un’attività considerata primaria, se non la condizione sine qua non per essere paolini e paoline. Lo stesso manuale AE mira a formare degli “apostoli-scrittori” e “apostole-scrittrici”, oltre che personale addetto alla tecnica e alla diffusione.

Il prete paolino dovrebbe essere un prete-scrittore.

Se, infatti, nel 1935 esce solo un libro di Don Alberione, Esercizi e ritiri vol. I, molte sue “prefazioni” vanno a riempire


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le prime pagine di libri e opuscoli scritti da suoi chierici. Con prefazione di Don Alberione e in occasione della Conversione di San Paolo (il 25 gennaio) esce il volume I religiosi nella Chiesa, preparato interamente dai novizi paolini dell’anno 1933-1934.

Don Alberione non fa mancare parole di incoraggiamento neppure per la Geologia di G. Barbero; per le Nozioni di biologia vegetale di R. Casaliggi; per L’età contemporanea (lezioni di storia per i licei) di C. T. Dragone; per la Progenie eroica (sui Preti della Missione) di L. Fornari; per Oltre l’Oceano (missioni dei Servi di Maria) di E. G. Fornasari; per Il Medioevo (lezioni di storia per i licei) di S. Lamera; per la Geografia generale di F. Muzzarelli; per L’Eneide (brani scelti e annotati) di I. Pazzaglini; per L’Iliade (episodi scelti con note) di B. Roatta; per L’Orlando furioso (episodi scelti e commentati) di I. Tonni.

Come può immaginare chi legge, questo elenco non è completo. Di fatto, ogni anno Don Alberione incoraggia (anzi “obbliga”) i suoi giovani a scrivere.13


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Nel 1936 egli trasferisce la sua sede da Alba a Roma. In quello stesso anno può finalmente concretizzare una dimensione della sua visione pastorale con la fondazione di un’altra Congregazione della Famiglia Paolina: le Suore di Gesù Buon Pastore, comunemente chiamate Pastorelle.

Nel medesimo anno 1936, con la data del 12 aprile, vedono la luce le Costituzioni della Società San Paolo.

Nel 1937 escono altri suoi libri, come Ss. Spirituali Esercizi (Istruzioni alle Maestre), Oportet orare, I Novissimi. Dal 18 aprile, nella tipografia paolina di Roma viene stampato il bollettino periodico San Paolo. E nel San Paolo del 1° agosto egli dispone che «nell’esame prima degli ordini ogni aspirante dovrà portare stampato un proprio libro».

Nel 1938 escono due libri di Don Alberione, Sectamini fidem (per i sacerdoti sampaolini, successivamente intitolato Mihi vivere Christus est) e Maria nostra speranza (mese di maggio).

È intanto cominciato l’apostolato del cinema.14 Il film Abuna Messias della Sampaolo Film (S.P.F.) ottiene addirittura


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un riconoscimento ufficiale (Coppa Mussolini) alla Mostra Cinematografica di Venezia, probabilmente anche perché la storia narrata ha un forte sapore coloniale.

Nel 1939 escono quattro libri di Don Alberione e il 13 maggio è la data di fondazione della Società Anonima Romana Editrice Film (R.E.F.)

Nel 1940 escono altri sei libri sotto il nome di Don Alberione e il 23 aprile è la data in cui si deposita il brevetto (n. 38.30.65) del sistema telefonico a divisione tempo del paolino Don Enzo Manfredi.


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Nel 1941 escono tre libri di Don Alberione e il 10 maggio Pio XII concede alla Società San Paolo il decretum laudis approvandone le Costituzioni.

L’Italia respira aria di guerra (1939-1945), ma in AE Don Alberione sembra ignorarla, menzionando questa realtà solo in senso morale, riferendosi ad un “combattimento” con se stessi, contro la passione predominante, di ignaziana memoria.15

Forse si può interpretare questa produzione di Don Alberione dal 1931 al 1944 in chiave escatologica, dove cioè le parole importanti sono il peccato, la morte, il giudizio, l’inferno, il purgatorio e il paradiso.

Nel 1942 escono i libri Esercizi alle Maestre, Esercizi Spirituali vol. II e qualche volume di Hæc meditare, serie II.

Nel 1943, vedono la luce altri volumi di Hæc meditare, serie II, e il vol. III di Esercizi Spirituali insieme a La Madonna di Fatima (con invito a pregare il Cuore Immacolato di Maria).16

In questa cronaca fino alle soglie del 1944, intesa a delineare un profilo di Don Alberione come apostolo della buona stampa, non si trova traccia di una sua attività radiofonica. La radio – esiste già da tempo quella vaticana 17 – resta per i paolini e le paoline di allora un apostolato più teorico che pratico, nonostante la sua riconosciuta importanza in AE.18


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Alcuni anni più tardi, però, Don Alberione si cimenterà di persona con un microfono radiofonico.19




11  In Donec formetur (nn. 251-259) troviamo un sunto di AS.



12  Cf. L. Giovannini, Don Alberione e i Paolini nella storia della Chiesa e della cultura. Cronologia comparata, Roma 1982, 145.



13  «Per attuare quanto prescritto dalle Costituzioni della Pia Società di San Paolo, il Fondatore volle che già ad Alba, nei primi anni, fin dal 1921, vi fosse un locale per la redazione paolina. Successivamente questo locale fu battezzato Sala San Paolo, e fu dotato di maggiori mezzi e di maggior personale specializzato nella redazione. Il Papa Pio XII, come condizione per l’approvazione definitiva delle Costituzioni, volle che Don Alberione erigesse una Casa apposita per gli scrittori paolini. Questa Casa fu embrionalmente costituita, durante la guerra, in Roma, presso la chiesa di Santa Caterina della Rota, poi alla Borgata Laurentina o Montagnola, presso la Casa parrocchiale di Gesù Buon Pastore. In un terzo tempo la Casa della redazione fu trasferita nei locali della nuova sede della Casa Generalizia, e nel 1948 ad Albano Laziale (Roma). Le Figlie di San Paolo, per avere la loro approvazione definitiva, giunta il giorno 15 marzo 1953, dovettero sistemare la loro casa di redazione o Casa delle Scrittrici, a Grottaferrata (Roma)» (G. Barbero, Il Sacerdote Giacomo Alberione: un uomo - un’idea, Roma 1991, 741).



14  Cf. al riguardo la testimonianza di Don Barbero: «Don Giacomo Alberione non fu il primo a pensare che si poteva adoperare il cinematografo anche per predicare il Vangelo e fare il Catechismo ai fanciulli ed agli adulti. Suo merito fu di adoperare nel bene anche questa nuova invenzione, che dai cristiani veniva guardata con un senso di diffidenza. L’apostolato del cinematografo sembrava un’impresa irta di difficoltà insormontabili; non adatto ad essere svolto dai membri di una Congregazione religiosa. Il cinematografo era considerato un’arma usata dal nemico del bene per corrompere i costumi, e si poteva tutt’al più fare opera di difesa, come avevano fatto i cattolici americani organizzando la Legione della Decenza, nel 1934, con lo scopo di allontanare il pubblico dai film indecenti. Quantunque il compito di questa Legione della Decenza fosse solo negativo, il Papa Pio XI aveva benedetto ed incoraggiato questo movimento nella enciclica Vigilanti cura, del 29 giugno 1936, tutta rivolta a considerare il cinematografo: esso è una realtà, che può essere incentivo al male come al bene. La censura non è che la parte negativa; occorre influire sui produttori perché mettano in circolazione pellicole educative. Il cinematografo era considerato ancora come mezzo di svago, ma esso doveva essere elevato a mezzo di istruzione religiosa e di predicazione della Verità. Questa considerazione fu la molla che fece scattare Don Alberione: “Dobbiamo iniziare l’apostolato del Cinema: andiamo a fare un’ora di adorazione presso la tomba di San Paolo”, disse un giorno ad alcuni suoi collaboratori e si avviarono verso la Basilica dell’Apostolo Paolo in Roma. Per iniziare l’apostolato cinematografico fu scelto il giovane sacerdote paolino Don Fortunato Gregorio Delpogetto, e con la collaborazione di missionari esperti si progettò un film di grande respiro sulla vita e l’attività del cardinale Guglielmo Massaia apostolo dell’Etiopia. Ne venne fuori il film Abuna Messias, girato in Etiopia, sotto la direzione del regista Goffredo Alessandrini (1905-1978). Alla VII Mostra Internazionale Cinematografica di Venezia, la pellicola su Abuna Messias riceve come primo premio l’ambita Coppa Benito Mussolini, il 9 agosto 1939. L’opera missionaria di Guglielmo Massaia (1809-1889) si prestò bene a dare al film un vivo interesse, sebbene la finale a sfondo politico facesse sorgere qualche critica. La Santa Sede incoraggiò Don Alberione con queste parole: “Lei, Padre, vada avanti, non si fermi; il Signore benedirà sempre di più. L’autorità ecclesiastica approva l’operato della Pia Società San Paolo anche in questo, come nell’apostolato della stampa. Vi dedichi un maggior numero di persone”. L’esperienza acquistata nella produzione di Abuna Messias servì per rafforzare l’organizzazione della Pia Società San Paolo in campo cinematografico, e dopo la pausa imposta dagli anni di guerra 1940-1945, si riprese con maggior vigore il lavoro nel 1946. A questo primo risultato ne seguirono altri. Si passò dalle pellicole a passo normale a quelle a passo ridotto; dai film direttamente realizzati dalla San Paolo Film, ad altri realizzati in collaborazione o acquistati direttamente da società di produzione, per la riduzione di passo, o per la proiezione in determinati paesi e nazioni. Per svolgere l’attività cinematografica, specialmente nel campo finanziario, si costituì una società anonima chiamata Romana Editrice Film, abbreviata in R.E.F. (anni 1939-1951); a questa subentra la Parva Film (anno 1947), che nel 1952 adotta la ragione sociale Parva-Sampaolo Film, che dura fino al 1955. Sorge infine l’ente morale “San Paolo Film”, approvato dal Vescovo di Alba (Cuneo) monsignor Carlo Stoppa il 22 maggio 1956, e approvato come ente giuridico dal Presidente della Repubblica d’Italia Giovanni Gronchi, il 5 febbraio 1957» (G. Barbero, Il Sacerdote Giacomo Alberione: un uomo - un’idea, Roma 1991, 527).



15  Cf. pp. 67 e 105. – In realtà la guerra era un fatto ben presente alla coscienza dell’autore, e non solo nella sua veste di Fondatore e responsabile di centinaia di persone in pericolo, ma anche in qualità di scrittore cristiano. È noto l’incidente provocato da un suo articolo del Natale 1942, pubblicato sul settimanale La Domenica Illustrata, in cui s’invocava la sospensione delle ostilità almeno per il tempo natalizio, conforme all’antica prassi della “tregua di Dio”. L’autore fu accusato di disfattismo e minacciato di carcere. Si veda più avanti (p. 290, nota 3).



16  Nel 1944, assieme ad AE, vedrà la luce qualche volume di Hæc meditare e il vol. IV di Esercizi Spirituali.



17  Il Papa la usava. Pio XII, il 24 agosto 1939, in un suo radiomessaggio disse: «è con la forza della ragione, non con quella delle armi, che la giustizia si fa strada... Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra...».



18  Don Alberione ne parla con entusiasmo: «L’opera che spetta all’apostolato cattolico specialmente nel campo di conquista radiofonica, fu egregiamente compresa in Italia dal primo apostolo della radio: il P. Vittorio Facchinetti, ora Vescovo di Tripoli. In un primo tempo lanciò sulla rivista Frate Francesco la sua idea circa la necessità di consecrare all’apostolato questo meraviglioso dono di Dio» (p. 480).



19  La prima trasmissione radio sperimentale fu fatta il giorno di Natale del 1948; alle ore 8 precise la «Radio San Paolo» (I 1 RSP) incominciava a chiamare gli ascoltatori precedentemente avvisati; alle 8,10, Don Alberione, molto emozionato, si sedeva davanti al microfono e cominciava a parlare: «“Gloria a Dio nel Cielo altissimo e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Questi auguri degli Angeli sono anche gli auguri miei. In questa splendidissima giornata dell’amore di Gesù Cristo al Padre ed agli uomini, li faccio tanto di cuore a tutti, Figli e Figlie; sapendo come bene li comprendete ed accettate; li faccio dopo aver celebrata la Messa questa notte per tutti, vicini e lontani; con la sola preferenza per quelli che soffrono. Sentendo di essere il servo inutile ed incapace, ho detto a Gesù di fare tutto, solo, sempre Lui... Che Dio sia conosciuto, servito, amato! Che tutti appartengano un giorno a quel Regno che Gesù Cristo venne a conquistare sulla terra, e che presenterà al Padre suo. Che sia amato prima da noi; e che possiamo farlo conoscere ed amare, come Egli venne dal Cielo per predicare il Padre: “Questa è la vita eterna: che gli uomini conoscano Dio e Colui che da Dio fu mandato: Gesù Cristo”. “Pace agli uomini!”... L’anno che si chiude ha portato un progresso nell’apostolato con il cinema; vi è tanta volontà di migliorare... L’organizzazione internazionale dell’apostolato per mezzo del Centro di Roma, del Bollettino Bibliografico e delle nuove Librerie internazionali dà buoni risultati, pur fra le difficoltà portate dalla natura stessa della bella opera... Grande fiducia viene dal sapere che ovunque, vicino e lontano, si ripete l’offerta delle orazioni, azioni e patimenti secondo le intenzioni di Gesù nella Santa Messa e le intenzioni del Primo Maestro: che sono l’attuazione dei primi due articoli delle Costituzioni, sostanzialmente. Ho presenti in questo momento tutti i Figli e tutte le Figlie dell’Italia e dell’estero, e ripeto come al termine della Santa Messa: “Benedicat vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Sanctus”». La trasmissione durò sei minuti, ed appena terminata, da una casa vicina telefonarono che l’audizione era stata ottima (cf. G. Barbero, Il Sacerdote Giacomo Alberione: un uomo - un’idea, Roma 1991, 743-745).






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