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Giacomo Alberione, SSP
Apostolato dell’edizione

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Azione sugli spettatori

L’azione che si può e si deve esercitare sul pubblico degli spettatori è vasta e presenta maggiori


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probabilità di risultati, quindi più doverosa.

Si può ottenere con una propaganda orale e scritta che miri a convincere gli animi a voler, non la soppressione di questa magnifica invenzione, bensì la utilizzazione per il bene individuale e sociale.

Dovrebbe portare il pubblico di ogni luogo a:

– rifuggire le pellicole empie ed oscene, contrarie al buon costume, alla dottrina cattolica e all’ordine sociale;

– risolvere di non assistere, e adoperarsi che anche altri non assistano, a spettacoli cinematografici dove tali pellicole saranno proiettate;

– concorrere, per quanto è nelle possibilità dei singoli, a creare una pubblica coscienza del pericolo che queste proiezioni rappresentano.

Per ottenere questo è indispensabile la formazione della coscienza cinematografica in ordine agli spettacoli.

«È ben triste la constatazione odierna – afferma Mons. Civardi –. Cattolici, anche cultori della religione, entrano inconsideratamente in qualunque cinema, senza essersi ben accertati della moralità dei medesimi. Entrano nell’aula cinematografica con la stessa indifferente disposizione d’animo con cui vanno all’albergo per dissetarsi o rinfrescarsi. Di qui nascono due pericoli: il danno morale degli spettatori inconsiderati


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e l’indiretta cooperazione agli spettacoli pornografici.

È dunque necessario formare nei fedeli obbedienti alla voce dei Pastori una coscienza cinematografica tale, che tragga l’obbligo della vigilanza e della scelta dei film secondo i giudizi di un’apposita istituzione, non dell’arbitrio ma della religione».3

Fra i mezzi pratici più efficaci per la formazione di una retta coscienza cinematografica è al presente la promessa circa gli spettacoli cinematografici.

Fu raccomandata dallo stesso Pio XI nella Vigilanti cura con le testuali parole: «Tutti i pastori di anime procureranno di ottenere dai loro fedeli che facciano ogni anno, come i loro confratelli americani, la promessa di astenersi da pellicole che offendano la verità e la morale cristiana».4

«Questo impegno o questa promessa può ottenersi in modo efficace col mezzo della chiesa parrocchiale o della scuola, con la premurosa cooperazione dei padri e delle madri di famiglia, consci della loro grave responsabilità. I Vescovi


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potranno altresì valersi a questo scopo della stampa cattolica la quale illustrerà la bellezza e l’efficacia della promessa di cui si tratta».

Questa promessa che il Pontefice di s. m.5 chiede a tutti i cattolici coscienti ha già avuto in alcuni paesi risultati incoraggianti 6 e dà ottima speranza per l’avvenire.

«La promessa cinematografica – pubblica La Civiltà Cattolica – se sarà mantenuta ed estesa a più larghe masse di popolo, supera evidentemente qualsiasi altro lavoro di bonifica morale. Staremmo per dire che essa sola potrebbe bastare in una nazione dove non si danno forze opposte che per principio intendano sovvertire


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l’ordine religioso e morale. Aggiungiamo anzi che ogni altra iniziativa sarebbe votata a fallimento, se mancasse questo intervento individuale e collettivo di persone deliberate di disertare lo spettacolo immorale».7

Ma perché la promessa sia veramente fruttuosa deve farsi con coscienza e accompagnarsi da fermi propositi.

«L’esperienza ha dimostrato – scrive l’Eccellentissimo Mons. Evasio Colli – che questa promessa reca dei vantaggi notevoli, quando è preparata da una buona propaganda, diretta a formare la coscienza cristiana in ordine agli spettacoli cinematografici».8

Occorre dunque una preparazione che faccia comprendere la natura del cinema, considerato in se stesso e nei suoi riflessi morali, l’essenza della promessa cinematografica e gli obblighi che importa, logica conseguenza della promessa battesimale di rinunciare alle opere e alle pompe del demonio.9


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Questa preparazione può essere fatta mediante congressi cinematografici, prediche, conferenze e soprattutto dalla celebrazione della giornata per il cinema morale, come fu promossa e organizzata in molte diocesi d’Italia.

 

 




3  Civardi, “Questione critica dell’arte cinematografica”, in Pastor Bonus, Pia Società San Paolo, novembre 1942.



4  Nel 1934 i Vescovi Americani indissero una santa crociata, detta «Legione della decenza», contro gli abusi delle rappresentazioni cinematografiche. Milioni di cattolici si sottoscrissero obbligandosi a non assistere a nessuna rappresentazione cinematografica che riuscisse di offesa alla morale cattolica e alla corretta norma di vita (Enciclica Vigilanti cura).



5  * Di santa memoria.



6  Il Santo Padre Pio XI riferendosi, nell’enciclica Vigilanti cura, ai frutti portati negli Stati Uniti dalla «Legione della decenza», scrive: «Ci è di sommo conforto il rilevare il notevole successo della crociata, perché il cinematografo... ha presentato un miglioramento dal lato morale. Delitti e vizi vennero riprodotti meno frequenti; il peccato non venne più così apertamente approvato e acclamato; non si presentarono più in maniera così proterva false norme di vita all’animo così infiammabile della gioventù.

Sebbene in alcuni circoli si fosse predetto che i pregi artistici del cinematografo sarebbero stati gravemente danneggiati dalle insistenze della “Legione della decenza”, pare tuttavia che avvenga proprio il contrario, così che essa ha dato non piccolo impulso agli sforzi per avviare sempre più il cinematografo a nobiltà di intendimenti artistici, indirizzando alla produzione di opere classiche e ad originali creazioni di non comune pregio.

E neppure gli investimenti finanziari dell’industria cinematografica risentirono danno, come era stato gratuitamente predetto: giacché molti che erano rimasti lontani dal cinematografo per le offese alla morale, ritornarono a frequentarlo quando poterono vedere proiettate vicende oneste, non offensive dei retti costumi né pericolose per la vita cristiana».



7  La Civiltà Cattolica (febbraio 1943) «La “promessa cinematografica” e la coscienza morale sugli spettacoli», F. Pellegrino s.j., p. 151.



8  Lettera della Commissione Cardinalizia per l’alta direzione dell’A.C.I., indirizzata nel luglio 1942 agli Ecc.mi Vescovi italiani.



9  La formula della promessa approvata dall’autorità ecclesiastica è la seguente:

«In nome del Padre, del Figliuolo, dello Spirito Santo. Così sia.

Consapevole della mia nobiltà e dei miei doveri di cristiano, io riprovo le pellicole che rappresentano scene o affermano principi contrari alla morale purissima del Vangelo, e perciò costituiscono un pericolo per la virtù e per la vita cristiana.

Prometto di non assistere, e di procurare che anche altri, specie se miei dipendenti, non assistano a spettacoli dove tali pellicole siano proiettate, e comunque di non frequentare sale cinematografiche dove si diano spettacoli di varietà.

Contribuirò inoltre, con la preghiera e con l’opera, a formare nel pubblico la coscienza del pericolo morale e sociale che gli spettacoli suddetti rappresentano, allo scopo di ottenere che essi non siano promossi, o non siano frequentati, per il rispetto di Dio e la tutela delle anime ricomperate dal Sangue di Cristo, e per la sanità materiale e spirituale del popolo italiano.

Mi aiutino Iddio e la Santa Vergine a mantenere questa mia promessa».






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