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Giacomo Alberione, SSP Apostolato dell’edizione IntraText CT - Lettura del testo |
6. Qualche suggerimento per la lettura
Due domande di carattere storico potrebbero esserci utili per cominciare. Che influsso possono aver esercitato la Chiesa e la Società su Don Alberione; e, viceversa, che influsso potrebbe aver esercitato Don Alberione, apostolo-scrittore, nell’ambiente del suo tempo?
Per trovare delle risposte soddisfacenti sarebbe utile leggere il manuale AE tenendo davanti le date paoline importanti tra il 1931 e la fine del 1943. Sarebbe anche più utile confrontare i riferimenti storici presenti nel testo con una particolareggiata cronologia di storia della Chiesa, e quindi della vita religiosa, sociale-economica e dello sviluppo degli strumenti della comunicazione, che sopra abbiamo compendiato in estrema sintesi.
Tentare di rispondere alle due domande può condurre alla scoperta di come Don Alberione abbia voluto mantenere il passo con la Chiesa del tempo, mettendo sempre meglio a fuoco forme di apostolato orientate ad un mondo moderno a raggio globale, inteso come la “parrocchia del Papa”.
Don Alberione non sembra voler precedere la Chiesa, quanto seguirla, come la sua Maestra, da intelligente e fattivo discepolo.
Si può intuire, anzi, oltre una lettura piatta del manuale, lo sforzo per praticare la teoria aggiornata circa i mezzi tecnici. Non si deve tuttavia dimenticare l’intenzione dell’opera, che praticamente coincide con l’intenzione esplicita dell’Autore. Don Alberione vuole formare e insegnare, limitandosi alle sue istituzioni, che cosa significhi “l’apostolato dell’edizione” e chi sia il vero “apostolo”.
A fondamento di questi che sono i termini più importanti di AE, traspare una visione teologica che pure ci sembra utile tenere presente.
Il punto di partenza per descrivere l’apostolato dell’edizione è l’esemplarismo trinitario,22 che in un progetto
enciclopedico di Don Alberione è tradotto in “scienze-arte-virtù”, sotto l’influsso del trinomio cristologico “Verità-Via-Vita”. L’esemplarismo diventa “apostolato” o “edizione”, e quindi “redazione-tecnica-propaganda”, come magistero di Cristo e della Chiesa per la salvezza del mondo.
Tener presente questa esemplificazione aiuta chi legge a non ridurre da teologica a tecnico-organizzativa la visione che Don Alberione ha dell’apostolato – pur rispettando l’urgenza di una sintesi e completezza tra le tre parti. Apostolato è mèta dell’apostolo; è quanto lo avvicina di più a Dio, e agli uomini e donne di oggi; a tutto Dio (Padre, Figlio, Spirito) e a tutto l’uomo (mente, volontà e cuore) attraverso tutta la Chiesa (dogma, morale e culto), con tutta l’azione pastorale (profetica, regale, sacerdotale).
Don Alberione ci insegna ad andare avanti. Spinge ad aggiornarci, secondo una legge di perfettibilità, da intendere come capacità di superamento, progetto, progresso verso uno stato di pienezza che è reale solo se ci si spinge oltre dove si è già arrivati.
Insieme al consolidamento e al dimensionamento di un carisma che quando diventa istituzione necessariamente stabilisce più la prudenza o la legalità che la creatività e la profezia a criteri di comportamento apostolico, in questo manuale è percepibile l’ansia della crescita, che è animazione a fare molto e bene e a fare bene il bene.
Bisognerebbe a questo punto guardare a Don Alberione in persona come ci si guarda in uno specchio per sapere chi siamo.