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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Capo III
§ 1. – Delle funzioni in generale
Il sacerdote, come ministro di Dio, deve prendersi gran cura del culto esterno: poiché questo dà a Dio un onore che gli è dovuto. Che se l’uomo, perché dotato di anima e di corpo, deve con esso esprimere la sua sudditanza al Signore, è il sacerdote che ha da precedere e rappresentare il popolo. Di più: il sacerdote deve dare al culto esterno tutto lo splendore possibile anche come salvatore d’anime: giacché la dignità e la maestà delle funzioni cattoliche servono a conservare e risvegliare la fede, fanno concepire i migliori propositi di vita buona, incoraggiano e rinfrancano lo spirito cristiano.
Anzitutto consideriamo qualche cosa in generale, per discendere quindi al particolare.
1° Nelle funzioni, per quanto lo permettono la liturgia, le leggi canoniche e sinodali, è molto importante cercare una certa varietà. La monotonia stanca e la stanchezza annoia i presenti e non attira gli assenti. Il culto esteriore è destinato pure ad agire sul sentimento: ora il sentimento si lascia eccitare assai più dalla varietà. Fra queste varietà si possono mettere: l’ora di adorazione, la Messa in cui dal pulpito si guidano i fedeli sul modo d’assisterla, il canto vario, attraente, popolare, alcune funzioni particolari in
occasione di funerali solenni, di carestia, di siccità, di guerra, d’una festa del Papa, d’un centenario, distribuzioni di premi catechistici, pellegrinaggi, ecc. Chi bada a questa cosa, delle occasioni ne trova ad ogni passo.
2° Questa varietà però ha mai da essere a danno della sostanza del culto: unire le anime a Dio colla grazia. Anzi qui appunto deve mirare tutto il resto: attirare più gente possibile al confessionale, far penetrare il più possibile nelle menti le grandi verità della religione, promuovere il più possibile le virtù cristiane. Quando un sacerdote mirasse solo ad avere una pomposa sfilata, un numeroso pellegrinaggio, una rumorosa musica, non otterrebbe che in ben piccola parte l’effetto che sono destinate a produrre tali esteriorità. Epperciò è necessario ricordare che la parte principale d’una festa è la Comunione solenne: che i pellegrinaggi, se non vengono fatti con vero spirito di divozione, potrebbero essere solo occasioni di vanità, ecc.
3° Parlando in generale del modo delle funzioni, sarà bene ricordare: che in esse si devono osservare tutte le regole liturgiche, e compierle con quella gravità che si addice a cose sante. Non è però qui il luogo di trascriverle: vi hanno trattati bellissimi. Vi ha tuttavia un’utilissima norma generale: chi l’osserva, osserverà pur tutto il resto: fare le funzioni sacre con molto spirito di pietà. Chi baderà alla divozione, nelle funzioni del ministero, poco per volta cercherà di apprendere ed eseguire pure tutte le norme liturgiche: avrà la gravità necessaria: edificherà il popolo che vi assiste. Invece, chi non ha tale spirito, sapesse pure appuntino tutta la liturgia e le rubriche, eseguirà delle cerimonie mancanti di vita, quasi di anima. Poco frutto per lui: scarso l’effetto nei fedeli.
4° Ed a ciò si può aggiungere la regola: poco, ma bene: non moltiplicarle a capriccio, giacché perderebbero il loro prestigio. Così sarebbe troppo fare ogni anno i santi spirituali Esercizi, ogni settimana l’ora d’adorazione solenne, ecc.
E, perché riescano bene, si danno varii mezzi:
a) Decoro e pulizia nella chiesa, negli ornamenti, attorno all’altare, nelle paramenta.
b) Che ogni sacerdote studii ed eseguisca appuntino le SS. Cerimonie, per quanto è possibile, anche nelle chiese minori e nelle cappelle: poiché anche questo può essere una predica efficacissima al popolo.
c) Educare giovani inservienti, istituendo, ove si creda, il piccolo clero, come una compagnia: e potrebbe servire di norma un libretto dal titolo: I chierichetti, loro qualità, loro ufficio, del Guerra (Società Buona Stampa. Torino).1
d) Fare in modo d’avere una buona scuola di canto, la quale non eseguisca solamente qualche volta o nelle maggiori solennità una Messa od alcuni mottetti in musica, ma dia i cantori al coro e serva di mezzo per far poco a poco imparare almeno i canti più ordinari a tutta la massa del popolo.
Per la cultura liturgica fra il popolo, non potrò mai abbastanza raccomandare il bellissimo libro Manuale Liturgico del Cristiano. L. 1 (Cav. P. Marietti, Torino),2 che contiene il testo latino con accanto la traduzione italiana di tutte le preghiere e funzioni più comunemente celebrate dalla Chiesa, con brevi spiegazioni del significato liturgico di ogni funzione e rito. Con questo volume ogni fedele può prendere viva parte agli Uffizi divini e alla S. Messa, all’amministrazione dei Sacramenti e alle Sacramentali Benedizioni:
molti Vescovi hanno raccomandato di far adottare questo libro in chiesa durante le sacre funzioni, dove, per non sapersi dai più come accompagnarle, van perduti innumerevoli tesori di grazia.