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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Far bene il catechismo4
Essenziale cosa per il catechismo è farlo così da riuscire ad istruire e nello stesso tempo educare. L’istruzione esige che i fanciulli imparino le risposte e di più le capiscano quanto può comportare l’età loro e la materia del catechismo. L’educazione esige che siano poco per volta abituati a fare ciò che hanno imparato: abituati a pregare, a frequentare i SS. Sacramenti, ad essere divoti a Maria SS., ad obbedire, a fuggire i cattivi compagni, ecc.
Come si istruisce? Organizzando bene il catechismo. Anzitutto è necessario che a capo del catechismo sia il parroco, o colui che ne tiene le veci. L’uso di affidare ad un altro sacerdote tutta la cura del catechismo è un vero abuso. È il parroco il vero responsabile innanzi a Dio: che se il parroco non si cura del suo dovere principale, come potrà chiamarsi parroco? Il parroco potrà far eseguire in grandissima parte il lavoro materiale del catechismo: ma l’anima, il capo, il vero regolatore è lui. Non è suo ufficio principale la cura del beneficio, né di predicare ovunque lo possono richiedere, né di accudire poche persone pie: ma sì, ripeto, il catechismo. E nessuno può togliergli tal diritto e dovere. Egli poi penserà al locale di cui può disporre, al personale di cui può servirsi, al numero dei suoi fanciulli. Avendo attenzione a queste tre cose egli stabilirà: 1° l’orario, che ha da essere il più comodo per gli altri, specialmente pei ragazzi, non per sé; 2° il numero e divisione delle classi: numero e divisione che possono essere variissimi: avendo anche cura di affidarle ai suoi aiutanti in modo da non suscitare gelosie e non dar a sospettare parzialità; 3° la materia che ciascuna classe deve imparare: notando di essere molto chiaro su questo punto, poiché è cosa di importanza e facilmente si è fraintesi.
È utile fare anche una qualche divisione delle domande almeno in quattro categorie: quelle che si devono sapere assolutamente da tutti, come necessarie di mezzo o precetto, da farsi ripetere spesso anche dai giovani più grandicelli; quelle che si devono sapere da chi ha da ricevere Cresima, Penitenza, Eucarestia; quelle che si devono studiare solo più tardi; quelle che basta spiegarle. A distinguerle si possono mettere
accanto a ciascuna dei segni convenzionali, per es. una croce, una lineetta, una parentesi, ecc.
Oggi, venendo in uso la vera scuola di catechismo,5 colle sue cinque o quattro classi, col suo orario, coi suoi esami, ecc. la divisione dovrà farsi secondo le classi; notando bene che ogni classe deve abbracciare tutta la scienza della religione, certamente però con estensione e profondità diverse.
Fatte tutte queste cose, il parroco spiegherà ben chiaro, prima ai suoi catechisti, poi ai ragazzi, il modo da tenersi nelle votazioni e come queste regoleranno l’assegnamento dei premi: poi darà ai catechisti o ai fanciulli, secondo il metodo suo, ciò che è necessario: bolli, libretti, registri, ecc... È molto importante che il parroco non faccia ordinariamente ad una classe speciale il catechismo: il suo ufficio è di sorvegliare sugli alunni e sui catechisti; è di portarsi a tempo nelle classi a dare gli avvisi opportuni e infliggere i castighi straordinari; parlare coi parenti, rendersi conto del profitto d’ogni classe, non solo osservando i registri, ma coll’interrogare e col chiedere spiegazioni direttamente nelle classi; col fare tutte quelle cose che crederà opportune.
Ma qui occorre di avvertire una cosa di massima importanza: il parroco deve sorvegliare i catechisti, ma non deve privarli d’una giusta libertà. Solo questa è capace di far sentire ad essi l’altezza del loro ufficio, mostrare la responsabilità, svolgere le buone attività, suscitare l’entusiasmo santo per la buona causa. Perciò egli mostrerà in essi molta fiducia: non spiandoli in tutti i loro movimenti e in tutte le loro parole: non pretendendo che ciascuno faccia come egli farebbe in tutte le minime cose: mostrando anzi½d’amarli e d’apprezzarli, specialmente innanzi ai giovani. La stessa sua sorveglianza deve esercitarsi possibilmente in modo che sia ben poco o niente avvertita: se occorreranno correzioni le farà in privato, non tralasciando mai la buona parola che lodi il bene e conforti a togliere il male: se poi non crede che la persona ne sia capace, con calma e a tempo opportuno cercherà di sostituirla. In tutto si ricordi che fanno assai meglio gli incoraggiamenti e le lodi moderate, che non i rimproveri amari e rimbrotti grossolani. Chi ci aiuta non merita tal ricompensa: e certe osservazioni senza garbo fanno male anche a chi sembra riceverle bene, almeno il più spesso.
E con questo sarà utile notare che ai catechisti gioverà dare qualche attestato di riconoscenza: forse basterà un libro, un crocifisso, una statua alquanto più bella che ai fanciulli: forse basterà un pranzo (se la prudenza lo permette). Ma ciò che più importa è forse un piccolo viaggetto o meglio un pellegrinaggio, lodarne l’opera qualche volta innanzi al popolo e ai ragazzi, specialmente nell’occasione delle premiazioni.
Detta l’organizzazione, veniamo al modo pratico di fare il catechismo nella classe. Il catechismo è il latte del cristiano: è necessario porgerlo in modo adatto ai fanciulli: e ciò esige che si premetta una buona preparazione e si osservino almeno le più elementari regole di pedagogia.
Quanto alla preparazione: è una cosa che fa veramente pena vedere la leggerezza con cui molti si dispongono a far catechismo: la si stima una cosa da nulla: vi si va senza ancora sapere quali cose si diranno, quali domande si faranno... E poi vi sarà a stupire se non impareranno i ragazzi? Se non vi daranno
importanza? Se non presteranno attenzione? Invece di lamentarci d’essi, gioverebbe assai più fare un po’ d’esame di coscienza. La preparazione è l’indice quasi sicuro di buona riuscita.
Quanto alle regole di pedagogia, eccone alcune ricavate dalla Guida pratica per l’insegnamento del catechismo.6
Per l’ingresso: Il catechista procuri di trovarsi sul posto della lezione prima che giungano gli allievi; procuri posto per tutti; lo dia e non lo lasci scegliere, perché si metterebbero vicino i più disturbatori; lo cangi se fa d’uopo; abbia tutti gli scuolari in faccia in modo da poterli sempre osservare tutti; li tenga d’occhio; non abbandoni la classe; rimuova ogni causa di distrazione; non si metta presso la porta d’ingresso; il catechista sia sempre dignitoso, ma affabile; sia ben messo, non scherzi; non dia ordini mentre si va, o si viene, o si fa rumore.
Prima di incominciare catechismo: Essere puntuali all’orario; non incominciare la preghiera se non sono tutti attenti ed in silenzio; così non dà principio alla lezione se non sono tutti in calma; lo scuolaro deve persuadersi che il catechista non spiega né interroga se non vi è silenzio; non strepitare per mettere la calma; non far minacce, né promesse che non si possono effettuare; non cercar d’ottenere la disciplina con regalucci distribuiti durante la lezione, poiché questo disturberebbe e sarebbe cosa per lo più infruttuosa; giova non strepitare contro i negligenti e rilevare la nobiltà della condotta dei buoni; giova talora notare i turbolenti in silenzio e con aria misteriosa; non far accuse od invettive generali, né cominciare la lezione con una sgridata; se questa fosse necessaria,
farla con dignità e calma; non ispendere troppe forze nel parlare e nel rimproverare, quando si potrebbe ottenere l’effetto usandone meno; prudenza nel riferire di loro in loro presenza; cercare di guadagnarsene l’affezione; non usare tanto di rimproveri e castighi; studiare l’indole dei disturbatori e cercare di cattivarseli e calmarli con industrie; i superbi spesso si curano meglio fingendo di non curarsene, gli spiritosetti ed insolenti fingendo di non sentirli, né capirli e mostrando all’uopo dignità e fermezza.
Nel corso della lezione: si tenga il testo in mano: ma possibilmente si sappia a memoria: non indispettirsi se qualcuno non sa la lezione: eccitare l’emulazione: ai superbi far poche domande: lasciare che desiderino d’essere interrogati e in tal caso far loro domande difficili, dando loro occasione di sbagliare, senza però deriderli, ma correggendoli con la massima indifferenza come si trattasse di allievi ordinarii: ai timidi rivolgere domande facili, incoraggiando, rilevando il buono della risposta e correggendo il resto; interrogare possibilmente tutti, ma specialmente i distratti ed i più tardi; le sottodomande siano fatte in modo da eccitare la curiosità; togliere tosto la parola a chi si prevede che dirà delle ridicolaggini; volendo spiegare qualcosa non citar mai casi od esempi grossolani: non far domande che suppongano un principio falso: per es. quale è l’ottavo Sacramento? Non rimproverare mai la loro ignoranza; non impazientirsi al vedere che non ci hanno capiti; durante la lezione non citare fatti od esempi molto lunghi; non narrarne di stravaganti: ma preferire quelli della S. Scrittura, della Storia ecclesiastica, delle vite dei santi più noti: non tralasciare mai il riepilogo della lezione e la
risoluzione pratica. Chi vuol riuscire buon catechista non trascuri nulla dei fatti uditi o letti e degli altri mezzi che gli possono giovare.
Dopo lezione. Si reciti la preghiera bene, come in principio, e l’uscita sia ordinata. Il catechismo porterà tanto frutto quanto verrà fecondato dalla preghiera e dalla mortificazione: non si cessi quindi mai di raccomandare a Dio i proprii scuolari specialmente i più vivaci e disattenti.
Ora credo bene aggiungere: una grande industria è quella di saper fare le domande e le sottodomande in modo da riuscire una spiegazione chiara, perché hanno da rispondere i ragazzi stessi; una spiegazione curiosa, perché fatta sotto forma di dialogo: una spiegazione facile a ricordarsi, perché viva, che interessa assai l’amor proprio degli allievi. In queste sottodomande conviene abbondare: ma devono esprimersi in parole chiare, con la massima brevità; in se stesse poi devono adattarsi alla capacità dei ragazzi, devono essere graduate, variate, suggestive, ben collegate. È uscito da poco un testo di catechismo che offre bellissime applicazioni di tale metodo: dopo ciascuna risposta ha varie di queste sottodomande. È: Il Catechista dei fanciulli elaborato a mente dei voti del Congresso Catechistico di Milano7 (Libreria del S. Cuore, Torino - L. 3).