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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(55) IL PECCATO MORTALE – I
1.o E’ la volontaria trasgressione di una legge divina in materia grave. Può essere commesso: con la mente quando deliberatamente uno trattiene e si compiace di pensieri contro la carità, la purezza o altre virtù. «I cattivi pensieri sono l’abominazione del Signore» (Prov. 15, 26).
Col sentimento quando si desiderano cose cattive, ci si compiace di peccati passati. «Chiunque avrà guardato una donna per concupiscenza, nel suo cuore ha già commesso adulterio su di lei» (Mt. 5, 28). «Diventarono abominevoli come le cose da loro amate» (Os. 9, 10).
Con le parole: quando viene offesa gravemente una virtù cristiana, per es. la fede, la carità, la purezza, l’obbedienza con espressioni, discorsi, canzoni, calunnie, bestemmie ecc.
Con le opere esterne come la vendetta, la superstizione, il furto.
Con le omissioni, allorchè si trascura di eseguire un precetto, come la Messa festiva, la correzione e l’istruzione dei figli, ed in generale gli obblighi del proprio stato.