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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(58) IL PECCATO MORTALE – IV
1.o Anche in questa vita il peccato è dannoso.
Priva della vita soprannaturale e divina: è la morte dell’anima. In stato di grazia io sono il tempio di Dio; Dio è unito a me come l’anima
al corpo nella vita naturale. Egli è il principio vitale; le mie azioni sono Sue; tutto è meritorio per il cielo. Ma, caduto in peccato, io divento: a) il tralcio separato dalla vite, non servo più ad altro che ad essere gettato sul fuoco. b) Perdo tutti i meriti della vita passata; ancorchè fossi già arrivato ad eminente santità. c) Le opere buone ancorchè virtuose ed eroiche nulla guadagnano per il cielo. La radice è infetta. Se sono unito a Dio porto molti frutti; ma, separato da Lui, nulla! «Senza di me non potete far nulla» (Jo. 15, 5).