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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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(62)     LA CADUTA DELL’UOMO

 

       1.o  Adamo venne assoggettato ad una prova. Superando la prova avrebbe meritato il premio eterno ed avrebbe trasmesso ai figli i beni ricevuti. Egli aveva l’integrità, ma aveva pure la libertà. L’integrità toglieva una causa del peccato; ma non tutte. Anche gli Angeli, pure senza concupiscenza, peccarono.

       La prova consisteva nell’osservanza delle leggi divine e in particolare nell’osservanza di un precetto positivo, aggiunto alla legge naturale.

       La Scrittura dice che Dio aveva proibito all’uomo di mangiare il frutto della scienza del


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bene e del male. Ma il demonio entrò nel paradiso terrestre, si vestì della forma di serpente e tentò Eva ed Adamo. Esso mise il dubbio nella mente dei progenitori se dovessero proprio obbedire; insinuò che mangiando quel frutto non sarebbero morti, anzi sarebbero diventati come Dio, conoscitori del bene e del male. Era tentazione che stimolava la curiosità, l’orgoglio, il desiderio di felicità. Eva ed Adamo disobbedirono; commisero un peccato molto grave, si sottrassero al dominio di Dio. Essi conoscevano bene la minaccia di Dio, le conseguenze del peccato, e come avrebbero potuto facilmente evitarlo: la loro infedeltà non ha scuse.

 

      




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