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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
2.o L’Apostolo Paolo scrive: «Non ho coscienza di alcun peccato; ma non per questo posso starmene sicuro; chi mi giudica è il Signore» (I Cor. 4, 4).
S. Tommaso a questo riguardo dice: «Non conosco in me alcun peccato; ma non mi trovo per questo in grazia; poiché possono in me nascondersi dei peccati che io ignoro, secondo la espressione del Salmo: «Chi comprende i delitti?». Perciò l’Apostolo stesso ci avverte: «Con timore e tremore attendete alla salvezza vostra» (Phil. 2, 12).
Senza una speciale divina rivelazione non può un’anima sapere con certezza di essere in grazia. Vi possono essere peccati nascosti; non sono sicuro di portare ai Sacramenti le dovute disposizioni per ottenere il perdono di quelli che conosco. S. Agostino scrive: «Per quanto sia grande la grazia in un’anima, deve sempre temere che forse si trovi in lui qualche colpa e responsabilità che non conosce».