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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(107) CARITA’ – V
1.o La carità perfetta è: soprannaturale perché ci mostra Gesù Cristo nel prossimo «in omnibus Christus»; universale poiché non ha distinzioni né accettazione di persone; generosa, poiché non ha altro limite che l’impossibilità; attiva, perché si dimostra soprattutto nelle opere.
In primo luogo l’amore verso il prossimo schiva il male. Con la mente: evita i giudizi temerari, non condanna i fratelli per semplici apparenze, o per ragioni quasi futili, senza ben conoscerne le intenzioni; i sospetti mal fondati. Con i sentimenti: evita le antipatie e le morbose simpatie, ché, se acconsentite sono spesso vere mancanze di
carità; esclude le rivalità, gli odii, le invidie che allontanano il cuore e sono spesso causa di parole ed opere che dispiacciono al Signore e tolgono la pace. Con le parole: evita le contese e le dispute aspre e superbe in cui ognuno vuol far trionfare il proprio parere ed umiliare il prossimo; così le discordie, le false relazioni, le critiche ingiuste, fonti di screzi e dissenzioni nella grande famiglia cristiana; ed ancora: le parole aspre, canzonatorie, sprezzanti che generano od acuiscono inimicizie.