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Giacomo Alberione, SSP
Brevi meditazioni - I

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2.o  Nella vita pubblica Gesù predica, opera prodigi, si dichiara Figlio di Dio: ma questo, solo alla gloria di Lui, in spirito di obbedienza e per la salvezza degli uomini. Egli si rivolge specialmente ai poveri, vive di elemosina, per confidenti ed apostoli sceglie alcuni pescatori ed un pubblicano. E’ semplice nel parlare, fugge la popolarità, cerca solo la gloria del Padre. Non ha una pietra Sua, spesso proibisce di far conoscere i Suoi prodigi, diverse volte parla della Sua passione. Chiude la Sua vita con umiliazioni che per noi sono un mistero.

       ContempliamoLo nel Getsemani, o sotto i colpi dei flagelli, o nel dileggio dell’incoronazione di spine.

       Venduto da un apostolo, rinnegato dell’eletto a fondamento della Chiesa, abbandonato da tutti. Condannato dal tribunale religioso,


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dal tribunale militare, dal tribunale politico. È quasi sommerso in un mare di accuse; ferito nella dignità di uomo, di re, di giudice, posposto a Barabba malfattore, sentenziato alla croce. Cammina verso il Calvario curvo sotto lo strumento del supplizio; viene spogliato e crocifisso; agonizza per tre ore; muore tra due ladroni. Eppure sempre tacendo; soffrendo e pregando per chi Lo colpiva; dando agli uomini le supreme prove del Suo amore.

 

      




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