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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(117) UMILTÀ – IV
1.o L’umiltà interiore riguarda la mente ed il cuore. S. Bernardo dice che l’umiltà è una verissima cognizione di se stesso per cui l’uomo disprezza se stesso». L’uomo non disprezza i doni di Dio che sono in Lui: anzi questi lo portano all’adorazione, amore e lode di Dio che glieli ha donati. L’uomo disprezza se stesso in quanto è nulla, peccatore, incapace di tutto nella vita soprannaturale: «Senza di me non potete far nulla» (Jo.15, 5). Né poco, né molto, ma nulla affatto; dice S. Agostino, ed è dottrina di fede.
L’umiltà del cuore ci porta ad amare questa nostra nullità, abiezione, incapacità. L’umile si disistima. L’umile è felice che Dio sia Dio, cioè il Principio, il Fine, il Governatore, il Giudice, l’Ottimo e il Massimo.
L’umile è portato alla lode e all’adorazione di Dio: «Solo a Dio gloria ed onore». L’umile
è sempre pieno di riconoscenza e di ringraziamenti al Signore. L’umile è sempre inclinato a riconoscere i suoi peccati, geme, è il primo ad occuparsi dei suoi difetti: «Il giusto è il primo ad accusarsi» (Prov. 18, 17). L’umile è sempre pronto a ricorrere a Dio: non si fida tanto del suo lavoro, del suo ingegno, dei suoi propositi; ma supplica il Signore ed abbonda nella preghiera che mette sempre al primo posto.