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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(120) OBBEDIENZA – II
1.o Per vivere lieti nell’obbedienza e ricavarne frutti dolcissimi e preziosissimi occorre che essa sia soprannaturale, generale, intiera.
Soprannaturale: occorre la grazia di Dio; perciò la preghiera. Si tratta di una virtù difficile, perché di ogni giorno, anzi di ogni momento. Diceva S. Pacomio ad un giovane religioso che desiderava il martirio: «E’ maggior martirio perseverare tutta la vita nell’obbedienza che morire ad un tratto di spada». E’ necessario pregare ogni giorno, per obbedire ogni giorno. Inoltre vedere Dio nei genitori e nei Superiori: poiché essi rappresentano Dio. Non è obbedienza accettare una disposizione perché il superiore è istruito, perché minaccia castigo, perché comanda con dolcezza, per guadagnarsene
le simpatie. E’ nobile, costante, meritoria invece l’obbedienza quando è fatta come a Gesù Cristo: «Non servendo agli occhi, come per piacere agli uomini (Col. 3, 22), ma come servi di Cristo facendo di cuore la volontà di Dio» (Ephes. 6, 6). E quanto più si guarda a Dio, tanto più sarà perfetta.