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Giacomo Alberione, SSP Brevi meditazioni - I IntraText CT - Lettura del testo |
(123) PUREZZA – II
1.o Il Divino Maestro ha detto: «Questo genere di demoni si scaccia soltanto coll’orazione e col digiuno» (Mc 9, 28). Ed inoltre: «Vigilate e pregate per non cadere in tentazione» (Mt. 26, 41).
Occorrono, perciò, tre mezzi: mortificazione, fuga delle occasioni e preghiera.
Mortificazione. Essa è prima umiltà interiore ed esteriore. Molti prima di essere impuri sono orgogliosi e presuntuosi. «Dio, che non può soffrire la superbia in un’anima, la umilia fino al fondo... Per farle conoscere la sua debolezza... permette che sia travagliata da quelle tentazioni orribili e che talora vi soccomba sino in fondo, essendo esse le più vergognose di tutte, e lasciando maggior confusione. Quando invece si è persuasi di non poter essere casti da sé, si ripete a Dio quella preghiera di S. Filippo Neri: O mio Dio, non vi fidate di Filippo, che altrimenti vi tradirà» (Olier). Tutti hanno da temere: quelli che già caddero, perché le tentazioni ritorneranno più forti. Quelli che furono sempre innocenti, perché la crisi verrà; i secolari ed i religiosi, gli adulti ed i vecchi, le anime sante ed i giovani. Finché si porta il corpo, sono mille gli inganni e le astuzie del nemico. L’umiltà, che è la vera conoscenza di noi stessi, ci porterà ad aprire l’anima al confessore, temere
santamente il peccato, e pregare umilmente il Signore ogni giorno.