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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Scopo dello studio sacerdotale. – Fine immediato del Sacerdote è la salvezza delle anime: egli è anzitutto e sopratutto pescatore di uomini. Stabilito questo punto indiscutibile, ecco la regola con cui egli deve scegliere le materie di studio: Scegliere quelle che l’aiutano in questa impresa, lasciare quelle che gli sono inutili, o, peggio, ne lo impedirebbero. E possiamo ben dire che ne lo impedisce tutto ciò che non l’aiuta, poiché, se non vi ha di peggio, sarà almeno sempre la perdita di un tempo preziosissimo per le anime. Così non si può impiegare la maggior parte del tempo libero dal ministero in studii di letteratura, arte, di medicina, nella lettura dei giornali, nella musica, ecc.: eccetto che un sacerdote ne abbisognasse per la sua particolare posizione, ex. g. di professore.
Non già che queste materie siano da trascurarsi totalmente, poiché occuparsene in qualche modo è conveniente, e qualche volta anche necessario, per meglio salvare anime e avvicinarsi agli uomini con veste accetta; solo si vuole condannare un’occupazione tale che assorbisca tutta l’attività del prete. Il prete non è letterato, artista, medico, politico, giornalista, per sé, ma solo per accidens, in quanto e fino a quando queste qualità gli possono tornar utili alla salvezza delle anime: e non oltre.