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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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B) Ad evitare le discordie giova:

1. Fuggire ogni ombra di gelosia, coltivare anzi una santa emulazione. Se un parroco vicino ha fatto bene colle opere d’azione cattolica, colla beneficenza, collo zelo pel catechismo, gli altri non dovranno mai discendere a basse invidie, a critiche, a mormorazioni specialmente innanzi al popolo, avesse pure sbagliato qualche volta! Chi fa, falla: chi non fa falla sempre! Sarebbe invece santa cosa dire: Si iste et ille cur non ego?4 Mi proverò a far anch’io: mi industrierò secondo le mie forze e i bisogni della mia parrocchia.

2. Evitare dissidi per la difesa dei diritti di giurisdizione: quando si tratta dell’accudire certe borgate che sono lontane dalla parrocchia propria e vicine all’altrui: quando un parroco vicino col suo zelo attira alla sua chiesa una parte della popolazione altrui: quando vengono in questione certi diritti non ben definiti di stola, di precedenza. Sopra ogni diritto vi è l’obbligo di conservare la carità e l’unione: giacché queste salvano le anime. I diritti stessi non hanno diritto ad esistere, se non per le anime.




4 S. Agostino, Confessioni, VIII, 11. L’espressione testuale è: «Si isti et illae, cur non ego?» (Se questi e quelle [poterono fare tanto], perché non io?).






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