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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
2. Coi nemici. – Anche con questi il parroco deve compiere due lavori: uno per la riconciliazione di essi, l’altro per impedire il male che sugli altri può venire dall’inimicizia. E sia per una come per l’altra cosa giova cercare la causa del fatto.
Qualche volta ha colpa il parroco col suo carattere pronto, violento, grossolano, ecc. Si esamini tal cosa innanzi a Dio: poiché per recitare il mea culpa in
tali casi si richiede un atto quasi eroico: poi cerchi ad ogni costo di correggersi e frenarsi: quindi, senza strisciamenti, chieda colle parole o col fatto scusa, obbligando i suoi nemici a confessare che, se anche lui può errare, sa tuttavia ravvedersi saggiamente. L’ostinarsi è assumere una posizione difficile ed anche scandalosa. Non pretendiamo sempre d’aver ragione dove è solo l’amor proprio che ne va di mezzo e non le anime.
Altre volte l’inimicizia è causata dall’aver il parroco sposato un partito, schierandosi apertamente contro l’altro. Qui egli deve ricordarsi che non è suo ufficio entrare in questioni puramente locali o personali, materiali. Egli è per le anime e non per altro: egli non può sposare che il partito del bene e tenersi assolutamente fuori da ogni altro partito. Anzi egli deve essere il padre che può a tempo debito ricordare agli uni ed agli altri il dovere rispettivo, egli è il ministro di carità, l’ambasciatore di pace.
Qualche volta però si tratta del partito del bene contro il partito del male: ed allora il parroco non può stare spettatore ozioso ed indifferente: darebbe scandalo e sarebbe il pastore che assiste ozioso alla strage delle pecore. In tal caso egli si schiererà apertamente coi buoni, con dignità e coraggio: facendo conoscere che così opera per la religione e per le anime.
Può anche avvenire di trovar nemici pel suo zelo prudente ed efficace, per es. quando vuol togliere un vero abuso o un vizio. In questo caso egli finga di non accorgersi di tal inimicizia, non se ne curi, non si lasci andare a vergognose dedizioni. Non combatta mai le persone, ma il male; non si lamenti,
specialmente in pubblico, delle contraddizioni; sia sempre calmo e trionferà coll’aiuto di Dio. È naturale che i cattivi si oppongano all’azione del Sacerdote: questi è ministro di bene, essi apostoli del male: dunque non lo soffriranno in pace.
Un parroco, che sia davvero amato da tutti, fa fortemente temere che non faccia il suo dovere. Anche Gesù Cristo venne combattuto, perché faceva miracoli e tutti attirava a sé colla bontà sua. Le persecuzioni molto spesso sono segno di lavoro, sono segno che Dio è contento del suo ministro, sono segno che lo spirito cattivo è perseguitato.
Avanti, dunque: confidenza in Colui che vinse il mondo, pur essendo calunniato, perseguitato, crocifisso.