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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Capo IV
DELL’AZIONE PASTORALE
DI ALCUNI SACERDOTI
§ 1. – Dell’azione pastorale del parroco
I. Quale fine ha da proporsi un sacerdote per assumere convenientemente l’uffizio di parroco?
1° Anzitutto dovrà escludere le vedute semplicemente umane. Tali sarebbero: aspirare a questo ufficio come i secolari ad un impiego, non riguardando il bene possibile a farsi, ma solo l’utile proprio; il considerare una parrocchia principalmente sotto l’aspetto delle entrate: l’aver in conto soltanto la preminenza che si acquista sul paese e sopra il clero: la libertà di attendere a ciò che meglio piace nella vita ordinaria: il riposo dalle fatiche degli studi e dei primi anni di ministero.
2° Lo scopo principale positivo da prefiggersi può esprimersi colle parole che si leggono nelle Lettere d’un parroco di campagna:1 «Nel prendere una parrocchia da dirigere non bisogna fissarsi col pensiero sopra la promozione: ma sopra la croce di più che viene aggiunta al ministero sacerdotale. Come sacerdoti tutti sono tenuti a lavorare per la salvezza delle anime: ma il parroco ha un dovere più stretto, più preciso, più rigoroso. Il Sacerdozio non impone solamente un certo numero di obbligazioni esteriori, ma
assorbe intieramente l’uomo. Gli altri hanno da adempiere un qualche compito determinato, ma il prete deve al suo ufficio tutta la mente, il cuore, le forze, il tempo. Il parroco poi non solo ha questo incarico in generale, ma egli nulla può riservare a sé senza far torto alle anime: egli è vero servo dei servi: egli non avrà più riposo sulla terra. È in lotta contro i vizi del suo gregge, contro gli errori che circolano: ha da spargere le verità religiose, ha da seminare le virtù e la pietà: sua ambizione è salvare le anime: suoi pensieri le anime: suoi interessi quelli delle anime. È l’uomo degli altri: ed è tenuto ad esserlo non solo in generale per la S. Ordinazione: ma per giustizia come parroco». Il parroco invero tra i diversi uffici sacerdotali è quello che meglio imita il ministero di Gesù Cristo: il parroco è il più vero ed efficace direttore d’anime. Non è così chiunque altro: fosse pure il vice-parroco: giacché per dirigere anime non basta il semplice ministero del confessore: si richiede ancora un complesso di altri uffizi e amminicoli che solo al parroco sono possibili. Che se uno sente in sé profondo questo desiderio di dirigere anime egli ha da aspirare a tal ufficio: ben inteso coi mezzi necessari, procurandosi la scienza, la virtù, lo zelo, l’abilità che si richiedono.