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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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B) Cogli scrupolosi.

Gli scrupoli versano d’ordinario su questi tre punti: integrità della confessione, distinzione tra peccato veniale e mortale, dove sia o no vero peccato. Credono di non aver mai detto tutto confessandosi, oppure vedono peccati mortali ove vi è appena il veniale, ovvero giudicano peccato il semplice dubbio di fede, il pensiero cattivo, la sensibilità del male...

Il confessore deve anzitutto notare che chi è scrupoloso per una parte è d’ordinario lasso per l’altra; quindi con ogni cura cerchi di farlo esaminare e lavorare sul punto ove vi sono davvero mancanze. Poi noti bene di non mostrarsi mai indeciso, di aver capito male, di non usare mezzi termini; abbia invece sentenze, comandi, consigli brevi, recisi, sicuri, sempre uguali, quasi detti con tono di comando, senza troppe ragioni e spiegazioni; ex. g.: dite d’aver dubbi di fede, ma son nulla, credo io per voi... Questo non è peccato, fate la Comunione... mi prendo io la responsabilità... in penitenza farete la Comunione per quindici giorni senza confessarvi... Vi comando di non cambiar confessore...


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Quanto alla cura:

Sopra tutto e più di tutto ed in ogni cosa vale l’obbedienza: fatta sulla parola del confessore, forse anche con piena persuasione di peccare mortalmente; poiché, si ha da dire, la coscienza del penitente è falsa.

Cercare le cause, che spesso sono: l’esaminarsi troppo, la solitudine, debolezza di costituzione, infermità, letture di libri rigoristi.

Il confessore porrà il rimedio sul male imponendo di non esaminarsi tanto e solo sul punto dove vi è lassezza; di evitare la solitudine o il fantasticare, con occuparsi forse anche in lavori per altri; letture delle vite dei santi ordinari o di libri spirituali secondo lo spirito di San Francesco di Sales e di S. Alfonso; non mutar confessore...; non gli lasci ripetere confessioni; non sprechi tempo a persuaderlo che è scrupoloso, poiché sarebbe rimedio peggiore del male.

Qualche volta potrebbe anche dirgli: Vi è un caso in cui il confessore può dichiarare che il penitente non è più obbligato a dir nulla, per quanti peccati ricordi: e questo intendo di fare con voi oggi. Foste dunque anche certo di aver dei peccati mai confessati, eppure certamente commessi, non parlatene mai più.




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