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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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Mezzi. Dal pulpito. Predicare molto spesso (togliendo occasione dal vangelo, dall’istruzione, da feste particolari a Maria SS., di Natale, di Pasqua, ecc.), sulla necessità della confessione, sui vantaggi, sul modo di farla. Notare di più: che spesso giova più un semplice invito ad accostarsi alla confessione in occasione di mesi (maggio, giugno, ottobre, novembre, ecc.), di feste della Madonna, ecc., che non un’intera predica in altri tempi.

Insegnando il catechismo si può ottenere assai dai ragazzi: se vengono invitati spesso a confessarsi, sia tutti insieme, come individualmente: se si spiega loro bene il modo di fare presto e con soddisfazione la loro confessione. Almeno ogni due mesi per essi starebbe molto bene prestare un’occasione d’accostarsi tutti e invitarli caldamente.

Dal confessionale. Eccitarli: insegnando ai penitenti, specialmente se uomini, come trovare tempo; mostrando che la confessione frequente si può far meglio e presto; dando agli uomini la preferenza, perché son più occupati ed hanno meno pazienza; non esigendo la perfezione, ma tenendosi paghi delle cose essenziali, quando non è possibile ottenere di meglio; accogliendo sempre tutti in modo piacevole, perché prendano coraggio; insistendo sulle donne perché si adoperino a questo scopo sopra i figli ed i mariti; insistendo sui padroni perché diano tempo ed esortino i loro dipendenti; mostrando la confessione come


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mezzo di correzione e come sicurezza contro il pericolo di morte cattiva.

Dar comodità di confessarsi. Questo è il mezzo dei mezzi. – a) Portarsi di buon mattino in chiesa. Dice il Frassinetti: V’hanno chiese ove i confessori sono numerosi: ma frattanto, o perché vogliono prima far orazione (questi sono i più rari), o perché vogliono prima celebrare la S. Messa, o perché si levano tardi, pochi o nessuno si trova in confessionale di buon mattino.15 Portarsi di buon mattino in chiesa è necessario sia in campagna come in città: in città si possono presentare presto le serve, alcune operaie, madri che non possono aspettare: in campagna, o si confessano assai per tempo o la gran maggioranza non lo fa più. In una parrocchia di circa tremila anime durante la vicecura di un sacerdote zelante e molto mattiniero, si avevano duemila comunioni alla settimana: cambiatosi il vice-parroco le comunioni discesero ad ottocento per settimana, perché di buon mattino il confessionale era vuoto.

Dicono molti che appena levati conviene fare subito la meditazione; ma se vi sono penitenti che attendono è meglio servire prima questi: noi siamo servi delle anime: e sarebbe molto bene appena entrati in chiesa andarsi a inginocchiare accanto al confessionale e , se si vuole mentre si aspetta, si può incominciare la meditazione.

b) Essere assidui. – Poiché le prime volte, la popolazione non essendo ancora avvertita, non si avranno forse penitenti...; ma dopo giorni, forse mesi, si presenteranno alcuni, poi altri, poi altri, e finiranno per essere numerosi...; poiché presto la voce correrà tra la gente e si potrà anche avvisare la popolazione in


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pubblico, specialmente dirlo ai ragazzi del catechismo. In una parrocchia ove i fanciulli sanno che al mercoledì e sabato sera, dopo scuola, in chiesa vi sono i confessori, si hanno il giovedì mattino una trentina di comunioni, alla domenica cinquanta, sessanta ed anche più, di ragazzi. Eppure è una parrocchia minuscola!

c) Ore fisse. – Ogni ufficio di questo mondo ha un orario: e credo che sia molto lodevole l’opinione di sacerdoti pratici, che pur non legandosi ciecamente all’ordine, sanno mantenerlo con qualche fermezza. A poco a poco, la popolazione vi si abitua. I confessori potrebbero accomodarsi16 tra loro, sotto la guida del parroco, ove sono molto numerosi, per essere sempre qualcuno a disposizione dei penitenti (ben inteso: nelle ore in cui è probabile che se ne presentino). Ove vi fosse soltanto uno o due sacerdoti, potrebbero cercare di trovarsi presso il confessionale nelle ore più comunemente comode al popolo. Essi potrebbero porsi presso il confessionale per la recita del breviario, per fare la meditazione, per la lettura spirituale, la visita al SS. Sacramento, il s. Rosario: potrebbero fare metà queste cose al mattino, metà alla sera...; poco per volta si riuscirà, anche nel breve giro di un anno, a fare cose che forse si credevano impossibili. Moltissime parrocchie ne sono prova di fatto.

Certo che in determinare queste ore, e più nel conservarle si richiede spirito di sacrificio, amore e zelo per le anime: poiché non bisogna guardare al nostro comodo, ma a quello degli altri. E conviene tener presente che vi è una gran differenza tra l’andare solo al confessionale quando si è chiamati e l’aspettare i figli prodighi.


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Molti non osano far chiamare il sacerdote, altri non vi badano. In qualche luogo si è posto presso il confessionale un campanello elettrico a comodità del fedele: questo può servire per i tempi in cui il sacerdote deve davvero allontanarsi dal confessionale; ma per tutti quelli in cui vi può stare, come sopra, è molto, molto meglio rimanervi.

d) Procurare confessori forestieri.Ricordando anche ciò che si disse sopra: i sacerdoti delle parrocchie vicine possono darsi scambievole aiuto: sia col concentrarsi in qualche numero in una parrocchia, quando vi sono occasioni particolari di confessioni, sia col portarsi regolarmente l’uno al posto dell’altro in un giorno della settimana, od ogni quindici giorni... (Ben inteso: ciò fa per quei paesi ove vi è uno o due sacerdoti soltanto).

e) Procurare occasioni di confessioni generali. – L’occasione fa l’uomo ladro e qualche volta lo fa anche... santo. Possono essere occasioni: gli Esercizi spirituali, le Quarantore, i tridui Eucaristici, le novene, le feste del Signore (Natale, Pentecoste, Corpus Domini), il quaresimale, i mesi di maggio, di giugno, di ottobre, l’ora di adorazione mensile, il primo venerdì del mese. Tra i modi usati ultimamente furono riconosciuti molto efficaci: quello dell’aggregazione al SS. Sacramento17 per cui si fa l’ora d’adorazione pubblica molto solenne con l’indulgenza plenaria per chi è confessato e comunicato; quello di distribuire lungo il mese una domenica a ciascuna di queste quattro categorie di persone: uomini, donne, figlie, giovani; istituire quelle compagnie religiose i cui membri hanno per regola di accostarsi in date circostanze ai SS. Sacramenti, come sono per es. i Terziari di S. Francesco.18


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Un sacerdote vedeva nella sua parrocchia ogni anno, con suo dolore, un 600 uomini portarsi a far Pasqua del tutto impreparati, o quasi, nelle ultime domeniche del tempo assegnato. Costituito un lascito per un quaresimale, stabilì che le prediche fossero distribuite una per ogni domenica di quaresima e nella settimana precedente le palme se ne tenessero due ogni giorno: meditazione al mattino, istruzione alla sera. Gli uomini che non sarebbero accorsi durante un quaresimale intero, intervenivano alle prediche d’una sola settimana: negli ultimi tre giorni si invitavano confessori forestieri e gli uomini, resi preparati, facevano la loro Pasqua in modo soddisfacente.

So d’altri luoghi, in cui le tre prediche settimanali del quaresimale vennero così distribuite: un triduo di preparazione alla Pasqua pei ragazzi del catechismo: un triduo per le giovani: un terzo pei giovani che non intervenivano più al catechismo: un quarto per le donne, un quinto per gli uomini. Erano così distribuiti che in ogni settimana della quaresima doveva tenersene uno: alla fine di ciascuna si aveva la comunione generale divota: ciascuna classe di persone si sentiva gli avvisi e le riflessioni adatte. In altri luoghi si distinguono ancora gli studenti dagli operai. Ma è certo che queste classi di persone, così divise, hanno molto più coraggio a compiere il proprio dovere e tolgono quell’agglomerarsi di lavoro in pochi giorni; lavoro che stancherebbe molto ed avrebbe poco effetto.

 

 

 

 




15 Cf G. Frassinetti, Manuale pratico.., op. cit., pp. 356-359.



16 Accomodarsi: accordarsi.



17 Cf ATP, n. 34, nota 30.



18 Cf ATP, n. 94, nota 4.




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