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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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§ 14. – Rendere possibile e duraturo il frutto
della predicazione

Non è solo importante predicare, confessare, fare il catechismo: conviene di più assicurare il frutto: presso a poco come il negoziante, [che] non si cura solo di aver molti traffici, ma specialmente guarda di averli lucrosi e di custodire bene i guadagni fatti.

Gesù Cristo disse: Posui vos ut eatis, et fructum afferatis: ma soggiunse: et fructus vester maneat.54

Or bene vi sono moltissimi casi in cui la predicazione non può fruttare; ve ne sono altri in cui non può fruttare stabilmente.

Questi casi si conosceranno esponendo prima i mezzi perché sia possibile, poi perché sia duraturo il frutto.


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La predicazione non può fruttare senza:

a) Predicare bene e costantemente. Spesso è poco il frutto sul principio: spesso scarso è l’uditorio: ma questi fatti eccitino un santo impegno di far meglio: si continui a far cadere la goccia. La goccia d’acqua buca la pietra, la goccia continua della parola di Dio ammollisce i cuori. Anzi, d’ordinario, noi siamo troppo esigenti: vorremmo il mondo convertito in due giorni. No, così non può essere: un’idea od una conversione, perché maturino, esigono un tempo lungo. S. Agostino, che pure aveva un cuore così buono ed una mente così vasta, quanti anni passò nel peccato? Occorreranno anni ed anni forse. Un santo diceva: allorché prendiamo l’impegno di fare un’opera grande occorre che ci adattiamo a far soli sacrifizi ed a non vederne il frutto per dieci, quindici, vent’anni... Del resto nel mondo vi saranno sempre opposizioni: e, se un’opera è da Dio, deve averne. Ma voltando la frase volteriana possiamo dire, con assoluta certezza: predicate, predicate, colla benedizione del Signore, qualcosa resterà.

b) Preghiera e penitenza, poiché la parola dell’uomo è un seme la cui fecondazione è tutta da Dio. S. Alfonso diceva che il sacro oratore deve predicare più colle ginocchia che colla lingua: altrimenti, come si esprime S. Agostino: mirabuntur sed non convertuntur.55 La parola è un seme che deve trovare il terreno preparato: Dio solo può preparare il cuore; la parola è un seme che per nascere ha bisogno del calore della grazia e della luce celeste; nato poi è condannato a morire, se vi hanno spine attorno e se l’uomo nemico vi soprasemina la zizzania: Dio solo può allontanare certi pericoli.


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c) Buon esempio. Senza questo non è possibile convincere: senza questo si distrugge con la sinistra quanto la destra ha edificato: verba movent, exempla trahunt.56

Se mancano dunque queste condizioni, è impossibile la predicazione.

Perché poi il frutto sia duraturo vengono suggeriti diversi mezzi:

a) Orientare la nostra predicazione verso un punto importante, direi strategico, dal quale dipenda poi la pratica della vita cristiana: per es. la fuga delle occasioni, o, meglio ancora, la frequenza ai SS. Sacramenti. È vero che un sacerdote e specialmente un parroco deve esporre tutta la dottrina e morale cristiana: ma, se sa approfittare delle occasioni, potrà in ogni predica ritornare con un pensiero, un avviso, un mezzo, sopra il punto preferito. È vero che vi è una certa varietà nelle predicazioni: mesi di maggio, giugno, quaresimali, tridui, ecc.; ma il frutto primo dovrà sempre essere una Comunione generale, e il mezzo più ordinario di perseveranza sarà sempre la frequenza ai SS. Sacramenti.

b) Servirsi della donna: è dessa un istrumento docile nelle mani del sacerdote e potente sul cuore dell’uomo. La donna fu causa di rovina e salvezza nell’umanità. Ciò che si dice nei tristi fatti: cherchez la femme,57 si dovrebbe pur ripetere nei buoni eventi. Una donna santa crea dei santi, una donna cattiva dei disgraziati. Ebbene il sacerdote faccia veramente divoto e virtuoso il debole sesso: poi se ne valga come di un punto d’appoggio per muovere i fratelli, lo sposo, i figli. A questo però giova assai avere una compagnia di figlie e un’altra di madri cristiane. Nelle


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conferenze speciali ad esse, di tanto in tanto ed in occasioni straordinarie, potrà loro spiegare mille industrie per far del bene, e far rilevare loro le occasioni propizie: per es. come devono mandare i figli al catechismo e la vigilanza che devono avere per accertarsene...; come possono eccitarli a frequentare i SS. Sacramenti...; come devono, dolcemente ma efficacemente, far entrare gli uomini nelle società cattoliche..., allontanare i giornali cattivi, ecc.

Tutti i santi hanno saputo santamente servirsi della donna: è un pericolo, dunque prudenza: è un aiuto, dunque sappiamo approfittarne.

c) Allontanare i pericoli. È un fatto che l’occasione fa l’uomo ladro: che la grande maggioranza, fornita pure dei migliori propositi, cadrà e ricadrà nel pericolo. Si ha un bel insistere dal pulpito; ma spesso, pochi giorni dopo gli stessi Esercizi spirituali ben riusciti, il popolo è di nuovo quello di prima. I giovani e gli uomini all’istruzione non si vedono: le figlie, come prima ambiziose e leggere, si fanno corteggiare con mille industrie... Perché? Vi sono pericoli nei giornali e libri, pericoli nei teatri e balli, pericoli nei circoli e nelle osterie. È d’uopo vedere d’allontanare il più possibile questi: togliere i giovani dall’osteria e da spassi pericolosi, dando loro un circolo con qualche sollievo onesto, fosse pure con musica, teatro, bocce, pallone, biliardo, ecc.: togliere l’esca del cattivo vizio con una buona e ben disciplinata compagnia di Maria,58 per cui le figlie, ritirate in locale adatto, ricevano buoni principii e abbiano pure qualche sollievo: togliere libri e giornali cattivi, facendone vendere altri al minimo prezzo, oppure facendoli imprestare, o istituendo una bibliotechina, o valendosi dell’opera di suore, di


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qualche signorina, di qualche brava e intelligente persona. Contraria contrariis curantur.

d) E parlando di libri e giornali è bene insistere alquanto di più. I cattivi libri e giornali sono fattori di corruzione continua in un paese: i buoni invece sono focolari di bene. Perciò il sacerdote deve prendersene la massima cura. Più innanzi vedremo come sia utile una bibliotechina: per ora accenno solo a ciò che si può fare dove essa non esiste. Ogni sacerdote verso ottobre o dicembre farà cosa utile se terrà una predica od una conferenza sulla stampa buona e cattiva: in generale però abbia l’avvertenza di nominare i libri buoni e giornali buoni, ma non quelli cattivi (potrà poi farlo invece al confessionale): nominandoli senz’accorgersi forse farebbe loro una réclame.

Faccia però sentire vivamente l’obbligo di coscienza di favorire la stampa buona e allontanare quella cattiva.

In secondo luogo sarebbe un gran bene, un’elemosina spirituale assai utile, se in fin d’anno facesse arrivare numeri di saggio di buoni giornali alle famiglie ove se ne leggono di cattivi, o indifferenti, e dove spera trovare un abbonamento. Che se volesse andar più innanzi potrebbe far spedire gratis un giornale al barbiere, all’albergatore, al bottegaio, ecc.: potrebbe pure consigliare tale opera buona alle pie persone. Come è pur utile far passare ad altri il proprio giornale, dopo lettolo: far avvertiti in bel modo i bottegai e tabaccai di non avviluppare le loro merci in stracci di giornali cattivi, perché verrebbero letti con avidità. Il parroco avrà però cura di usare prudenza anche in queste cose, non pretendendo l’ottimo e subito: se un circolo è cattivo, sarà molto se in esso


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farà entrare qualche foglio indifferente; che se invece il circolo è neutro potrà a poco a poco fare molto di più.

Ma perché il giornale riesca appetitoso deve portare notizie locali e perciò adattiamoci anche a fare un po’ i corrispondenti. Pretendere che il popolo legga un foglio noioso è vana illusione: rendiamolo interessante: varrà più di mille raccomandazioni.

e) Come rendere la predicazione fruttuosa anche per chi non è a sentirla? È un grande inconveniente nella cura d’anime di molte città avere di mira nell’azione pastorale quel solo gruppo dei già convertiti e non gli altri che ne abbisognano molto più. Ora per questi si può pregare, si può far giungere qualche parola da persone amiche, ecc.: ma specialmente si può far giungere un buon foglio.

È già assai diffuso in Germania ed anche in molte parrocchie della nostra Italia l’uso di far pervenire a tutte le singole famiglie un foglio settimanale, quindicinale, mensile, bimestrale, ecc. In esso ciascuno potrà leggere una buona parola: la parola del pastore che ha un’efficacia tutta particolare; in esso sarà pubblicato l’orario delle funzioni, forse pure qualche notizia riguardante il paese, ecc. Mons. Rossi, Vescovo di Pinerolo, si pose egli stesso [a] capo di questa iniziativa e la dice suggeritagli da molti bisogni riscontrati nelle sue visite pastorali. A Novara si stampa dal Can. Barbero, segretario vescovile, un bollettino settimanale detto l’Angelo delle famiglie,59 un vero angelo per il modo onde è scritto e per il contenuto: a Bologna (via Marsala, 8) esce l’ottimo foglio La Semente.60 Ora l’abbonamento è accessibile a tutte le borse. Ed è a notarsi che quando un parroco intendesse averne un numero


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rilevante per la propria parrocchia, potrebbe avere la quarta pagina sua, sia per réclame a pagamento, sia per notizie particolari. Qualche parroco invita le famiglie ad abbonarvisi: altri lo mandano gratuitamente da alcuni ragazzi alle singole famiglie, raccomandandosi per qualche offerta. So d’un parroco di città, che copre tutte le spese col ricavo della quarta pagina occupata dalla réclame; so d’un altro che ogni anno pubblica dal pulpito il totale delle spese e delle offerte, che sempre o quasi sempre si pareggiano; un terzo ogni trimestre pone sul foglio un invito alle famiglie a voler offrire due o tre soldi, consegnandoli al ragazzo postino: e il risultato è soddisfacente. Ma si badi a mandarlo a tutti e più ai cattivi che non l’apprezzano, non pagano e ne abbisognano assai più.

Non sarà inutile ricordare qui quanto si pratica in alcune parrocchie dell’Inghilterra e della Germania. In sacrestia si tengono continuamente in vendita e ben esposti piccoli libretti sugli argomenti più svariati ed interessanti, sia sociali che morali e religiosi. Tali libretti non costano d’ordinario più di un soldo o due: epperò quest’opera è chiamata Biblioteca a due soldi od anche Biblioteca ad un soldo. Da noi tale cosa sarebbe possibile: ma pare che si potrebbero aggiungere anche altri libri alquanto più costosi: sembra che farebbero un gran bene le Letture cattoliche61 della S.A.I.D. Buona Stampa di Torino per esempio, ed anche molti opuscoli pubblicati dall’Ufficio Centrale dell’Unione popolare.

In altre parrocchie vi è un’ottima pratica: le biblioteche circolanti62 si imprestano vicendevolmente i libri. A facilitare questo, ciascuna biblioteca forma un apposito registro-catalogo che fa passare alle altre;

 


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ciò serve ad ottenere l’effetto massimo con la spesa minima.

Vi sono luoghi ove una società apposita detta “La società della buona stampacura la diffusione di opuscoli, libri e giornali buoni. Si serve delle biblioteche circolanti ed anche di abbonamenti ridotti ai migliori giornali: sopperisce alle spese con molti mezzi, tra cui le collette e le lotterie.

In una città, per es., mentre il prezzo d’abbonamento ordinario ai quotidiani era di lire 16, con tali mezzi si riuscì a ridurlo a lire 8 per il quotidiano cattolico.

A facilitare la diffusione dei buoni giornali sarà pure utile pregare qualche bottegaio nei paesi e qualche rivenditore nelle città a tenerli e a venderli: lasciando loro uno o due centesimi di guadagno per ogni copia. Meglio ancora sarebbe incaricare il sacrestano o qualche ragazzo sveglio e buono a volerli vendere sul piazzale della chiesa, dopo le funzioni: un centesimo per ogni copia venduta sarà uno stimolo a compire bene il loro incarico. È cosa che non costerà spesa, poiché ai rivenditori si concede uno sconto.




54 Gv 15,16: «Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga».



55 Gli ascoltatori resteranno ammirati, ma non si convertiranno.



56 Le parole scuotono, gli esempi trascinano.



57 Cercate la donna»: celebre espressione di Alexandre Dumas padre, posta sulla bocca di un poliziotto parigino nella commedia Les Mohicans de Paris (1864). - Su questa tematica insisterà don Alberione nell’opera La Donna associata allo zelo sacerdotale, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001. Cf AA.VV., Donne e uomini oggi a servizio del Vangelo, ed. Centro di Spiritualità Paolina, Roma 1993.



58 Cf ATP, n. 94, nota 2.



59 L’Angelo della famiglia e la voce di San Andrea, bollettino parrocchiale diretto dal Can. G. Barbero, Novara, Tip. San Gaudenzio. La biblioteca comunale di Novara ne conserva le annate dal 1917 al 1920. Altre parrocchie editavano bollettini dallo stesso titolo. Es. L’Angelo della famiglia, bollettino di San Leonardo, anno I, n. 1 (maggio 1913), Tip. San Gaudenzio, Novara 1913.



60 La Semente, giornaletto per il popolo, anno I, n. 1 ( quindicina d’apri­le 1909), Tip. Bolognese, Bologna 1909. Cf Istituto Culturale per il Catalogo Unico della biblioteca italiana e per l’informazione bibliografica. Periodici italiani: 1886-1957.



61 Una presentazione accurata dell’origine e dello sviluppo delle Letture Cattoliche, ameno-educative, per opera della Commissione composta de’ Vescovi d’Ivrea e Mondovì (mons. Moreno L., mons. Ghilardi N. e San Giovanni Bosco) si può trovare nella prefazione di L. Giovannini, Le letture cattoliche di don Bosco, Liguori Editore, Napoli 1984, pp. 12-20. Cf Letture cattoliche 1853-1902, elenco generale dei fascicoli pubblicati e programma di associazioni, Ufficio delle letture cattoliche, Torino 1902.



62 La Federazione Italiana delle Biblioteche Cattoliche Circolanti, era l’unione di tutte le biblioteche cattoliche circolanti popolari, che aveva lo scopo di illuminare e aiutarsi a vicenda per meglio rispondere al proprio fine, cioè diffondere la sana cultura e l’onesta ricreazione. Venne fondata nel luglio del 1904. Cf Manuale del Bibliotecario, Federazione Italiana delle Biblioteche Circolanti (a cura di), Milano 1915, p. 223 (Direzione e Amministrazione: via Speronari, 3). La Federazione pubblicava anche un bollettino dal titolo La Società Buona Stampa.






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