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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
Premiazioni generali. – Si tengano o no le premiazioni particolari, è sempre necessario che nell’anno si abbia una premiazione solenne e generale. Ordinariamente per essa si sceglie quel tempo, in cui è possibile maggior solennità e maggior bisogno si ha di scuotere la naturale indifferenza dei giovani e dei genitori.
Ma qui, quanti metodi! Si può dare ogni volta ai giovani di merito un biglietto che ne indichi la presenza, lo studio, la condotta: ad evitare che si moltiplichino di troppo, si avrà cura di sostituirli a suo tempo con altri del valore di 10, 50, 100. Si può distribuire un libretto personale, su cui si imprimeranno dei bolli: si possono consegnare ogni volta tre biglietti: uno per lo studio, il secondo per la condotta, il terzo per la presenza, ovvero un biglietto solo, ma col valore di uno, cinque, dieci, secondo il merito. Alcuni si servono del solo voto che ogni catechista nota sul proprio registro: mentre altri, meglio, dànno biglietti per controllo dei genitori, e tengono nota del numero d’essi, per evitare piccole truffe per parte del giovani. In qualche luogo si assegna a ciascun giovane un numero, poi, ogni volta, si incolla su apposito cartoncino un bollo portante lo stesso numero. – In ogni caso: è ovvio che la somma dei bolli, dei biglietti o dei voti formerà il criterio per la designazione dei premi.
L’esecuzione stessa della premiazione può pure variare assai. Si può fissare a ciascuno un premio
determinato: ma è un metodo che dà campo a tante critiche e disgusti. Si può fare un’esposizione dei premi; i ragazzi vengono chiamati per ordine dei voti a scegliere il preferito; è cosa più lunga, ma soddisfa meglio. Si può tenere una specie di pubblico incanto: esposti i premi, vengono indicati successivamente ed assegnati ai maggiori offerenti: chi ha maggior numero di biglietti o voti potrà crescere l’offerta sino ad escludere ogni concorrenza. In ultimo vi hanno taluni che praticano come una specie di vendita: ogni oggetto porta un numero rappresentante il valore, i fanciulli comperano secondo possiedono di voti o biglietti. In questi casi è una viva soddisfazione morale pei genitori e più per le madri poter accompagnare i figli nel scegliere il premio.
Si noti però in qualsiasi metodo, pel miglior esito: che ogni giovane abbia un qualche piccolo premio e che questo ottenga l’effetto voluto: di invogliare allo studio del catechismo i giovani e di persuadere i genitori che tale studio è la scienza più utile ai loro figli.
Per questo importa assai di dar risalto al valore, almeno morale, dei premi. Si distribuiscano perciò sempre in pubblico: né solo innanzi ai ragazzi tutti, ma, possibilmente, anche innanzi alla popolazione. Si prepari una festa solenne; si cerchi un locale ampio e comodo, che potrebbe anche essere la chiesa; si dia un preannunzio assai prima e ripetutamente ai giovani; si faccia l’esposizione pubblica dei premi alcun tempo innanzi: si invitino tutti i giovani, i genitori, i maestri, sacerdoti, anche delle parrocchie limitrofe, autorità locali: almeno i primi premiati abbiano [un] luogo ben distinto: si procuri un discorsino
facile e brevissimo: si abbia canto e suono convenienti: non vi sia una mal intesa economia nell’adornare: si abbondi in lodi (senza eccedere) per i giovani e per quanti cooperano all’istruzione catechistica.
Molti fecero osservare che sarebbe un ottimo premio condurre i più diligenti a qualche viaggio di piacere, ovvero a visitare qualche santuario celebre e lontano. Certo è cosa buona, ma non scevra di inconvenienti, quando non si sapesse scegliere convenientemente i giovani; ovvero il viaggio presentasse qualche pericolo. Premi invece più comunemente dati sono passeggiate di alcune ore od anche di un’intera giornata: passeggiate che si potranno rallegrare con musica, canto, funzione speciale, visita a qualche monumento o vicino santuario, rappresentazione ginnastica o cinematografica.
Come sostenere le spese di tali premiazioni? – I più, è vero, lasciano perire anche la miglior idea di opere di zelo, pensando ai mezzi. Ma non è vero, dice qui un autore di grandi meriti, che quanto più spesso viene a mancare sia il denaro: difettano per lo più le persone di grande spirito che sappiano trovarlo. Un sacerdote ben compreso dell’alto ministero di catechizzare, avrà lo spirito dei santi, rimettendo qualcosa del suo: si rivolgerà a persone buone mostrando che quest’opera supera in valore molte altre elemosine: ricorderà al popolo di far una qualche offerta per riconoscenza al Signore di un abbondante raccolto, di un buon guadagno nei traffici: mostrerà ai genitori che quanto gli verrà dato tornerà a vantaggio ed onore dei figli loro. In alcune parrocchie si usa porre in chiesa una cassettina speciale con la scritta: elemosina pel catechismo; in altre i giovanetti stessi
diedero qualche piccola rappresentazione nel teatrino, promossero una lotteria, fecero una colletta.
Sarà davvero impossibile trovare denaro? La premiazione si ridurrà allora a proporzioni più modeste: forse basterà una passeggiata con visita e Comunione ad una qualche chiesa ed un po’ di colazione che i fanciulli non mancheranno di portare da casa. Ciò che importa si è di non smarrirsi d’animo: di continuare a far bene, senza ostentazione. Le opere parleranno di per sé abbastanza eloquentemente innanzi al popolo: e Dio ed il popolo non saranno insensibili a chi lavora con spirito di abnegazione: il denaro verrà quanto e quando Dio vedrà opportuno: ma verrà di certo.
Degno di nota è quanto si pratica in una parrocchia ove il catechismo è ben studiato. Si dànno i biglietti: ma presso a poco in questo modo: un biglietto N. 2 per la presenza, un altro N. 3 per la buona condotta, un terzo N. 2 per lo studio, un quarto N. 3 se portano il libro a Messa e leggono durante la medesima, un quinto N. 5 ogni volta che si confessano. Tutti questi numeri entrano nella somma finale e quindi decidono sulla premiazione.