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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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Oratorio24

Attualmente il catechismo nelle scuole in Italia dalla malizia dei tempi è ridotto a ben misera condizione. Lo scopo della massoneria però è di andar più innanzi e di abolirlo del tutto, come pure di scancellare dalla terra ogni resto di cristianesimo. A noi s’impone il dovere di valerci attualmente degli ultimi resti di libertà lasciatici da quel guazzabuglio di leggi e di regolamenti che ci opprime: ma questo si vedrà parlando dell’azione cattolica. Per ora notiamo solo alcune cose che possono riguardare gli oratori.

Come formare un oratorio? È un problema che spaventa i più: ma ricordiamo il metodo di D. Bosco e del Cottolengo: incominciarono da un pezzo di prato, da una stanza, da una tettoia, da una stalla, le loro opere. Così noi abbiamo a cominciare dal poco: abbiamo a fare oggi quanto è possibile: domani aggiungeremo qualcosa: il granellino colla benedizione di Dio e collo spirito di sacrifizio crescerà in albero gigantesco. Nessun metodo è peggiore in tali cose del metodo apriorista: pretendere d’aver subito un palazzo, un grande e comodo cortile, un personale perfetto, regole ben definite. Questo metodo ha mille inconvenienti: espone a spese immense e spesso senza vantaggio relativo: allontana i benefattori, fa insuperbire. Seguiamo il metodo positivo: fare ciò che è possibile, aggiungere man mano quanto suggeriranno le circostanze.


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Ma non si dovrà avere in mente uno scopo grandioso? Sì: e, secondo questo, come D. Bosco, si cerchi un posto dove coll’andar del tempo sia possibile estendersi; anzi lo stesso locale che deve servire come oratorio si curi di farlo in modo che possa venir adibito a tante cose: per es. a scuole serali, forse un giorno a scuole confessionali, al circolo dei giovani, come casa del popolo.

Però altro è aver disegno grandioso e altro è eseguirlo.

Dunque in pratica? Formato nelle linee generali un disegno grandioso si dovrà aver cura di scegliere il luogo adatto. E qui è bene notare che possibilmente dovrebbe essere presso la parrocchia, sia per comodità del clero, sia perché lo spirito della Chiesa è che ogni organizzazione cattolica si formi come figlia e attorno all’organizzazione fondamentale nella Chiesa: e questa è la parrocchia.

Si comincia dalla costruzione di poche camere, fosse pure di una sola...; anzi dapprima può bastare una tettoia od un cortile, in cui poco per volta si costruirà un locale. Se ogni cinque anni si aggiungesse una camera, un parroco, celebrando le nozze d’argento, potrebbe avere un oratorio capace di cinque classi distinte... Che se si dovesse lasciare il compimento dell’opera al successore, che male vi sarebbe?

E qui non dimentichiamo mai che mostrandosi la necessità verrà naturale privarsi di qualche spesa libera: non mancheranno anche persone pie che offriranno qualcosa.

Che se pure l’opera non riuscisse, non si avrebbe mai la vergogna, né uno sciupìo grande di denaro. Ma tutto a sperare un esito felice.


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Che se pure si avesse molto denaro a disposizione, non è buon metodo fare innalzare un edificio più grande di quanto se ne abbisogna: meglio crescere poco per volta, secondo il bisogno: del resto il Ven. Cottolengo diceva: I cavoli trapiantati diventano più grossi.

In Germania, accanto alla chiesa parrocchiale sorge la canonica e l’oratorio, che da principio spesso si costruisce in legno ad evitare spese. Il segretario nazionale per la scuola si propone come fine ultimo ottenere piena libertà d’insegnamento, sul sistema della scuola libera, per poter aprire scuole confessionali mantenute dai cattolici. Così è avvenuto nel Belgio, che precede di molto l’Italia in fatto di istruzione popolare: ma si è ottenuto con una lotta colossale durata circa cinquant’anni. Noi siamo ancora molto lontano da una simile vittoria: ma pure qui mirano i cattolici militanti, qui bisogna giungere se si vuol dare alla scuola quella giusta libertà che gode in molti stati, come sono la Germania, il Belgio, l’Inghilterra. Che se, trascorsi cinquant’anni, l’idea della libertà e l’idea cattolica avranno trionfato, noi avremo già dei locali molto adatti alla scuola.




24 La prima idea di convocare la gioventù maschile nei giorni festivi per trattenerla in esercizi di pietà, in opere di istruzione, risale a San Carlo Borromeo, che organizzò le “scuole della dottrina cristiana”. Fu ripresa con elementi ricreativi da San Filippo Neri. Sul modello degli oratori di Roma, il card. Federico Borromeo fondava nove oratori in Milano, a partire dal 1609, come complemento delle scuole della dottrina cristiana; egli stesso ne dava sapienti regole, che durarono a lungo immutate. Nel 1904 il card. Andrea Carlo Ferrari le riformava adeguandole ai nuovi bisogni. Grande divulgatore e restauratore della tanto benefica istituzione fu San Giovanni Bosco. Dopo di lui gli oratori si moltiplicarono, specialmente nell’Italia settentrionale, tendendo a diventare le “case della gioventùaperte anche nei giorni feriali. Cf Oratorio festivo, E.Ec., VII, 1963, pp. 795-796.






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