Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 304 -


Come organizzare l’oratorio? Non si parla di quando è in formazione: allora si fa come si può: sino al punto di tenere le classi del catechismo parte nell’oratorio e parte nella chiesa...; si parla invece dell’oratorio formato. Anche qui sarebbe sbagliato applicare un apriorismo assoluto: cioè voler prendere tutt’intero un metodo che altrove s’usa, avesse pure già fatto buona prova. Nei diversi luoghi gli uomini hanno qualcosa di comune e qualcosa di particolare: per ciò è bene studiare l’organizzazione di altri oratori, specialmente gli oratori Salesiani e dei Fratelli delle Scuole


- 305 -


cristiane, ma poi sarà pure importante introdurvi quelle particolarità che richiede il luogo.

E qui si devono subito notare alcune differenze tra oratorio e oratorio: vi sono oratori con programma minimo: loro scopo è radunare i giovani dai sei ai diciotto anni per trattenerli in onesti divertimenti, invogliarli allo studio del catechismo e della religione, per avviarli a buona vita cristiana e civile. I mezzi sono: catechismo in classe: breve istruzione comune: Messa, benedizione del SS. Sacramento: divertimenti e ricreazioni: musica, teatrino, biblioteca, cinematografo, in qualche raro luogo anche il Buffet.

Questo è l’oratorio che più s’impone attualmente.

Vi sono oratori con programma medio e massimo: questi vedremo più sotto.

Vi sono oratori parrocchiali: ma affidati ad una congregazione religiosa: allora il parroco deve lasciare ad essa una grande libertà: ma sapere tutto che si fa e tenersi nella più intima possibile relazione con la direzione e coi giovani. Il parroco insisterà dal lato suo presso i parenti perché mandino i ragazzi, li visiterà spesso nelle ricreazioni e più nelle classi: il direttore religioso poi da parte sua, pur dipendendo unicamente dai suoi superiori, deve cercare che i giovani abbiano realmente la necessaria assistenza ed istruzione religiosa, procurando di accordarsi, in tutto che non gli è vietato dalle sue costituzioni, col parroco. Solo a queste condizioni può esistere un tale oratorio: giacché il parroco deve essere l’anima di tutta l’azione pastorale della propria cura e la direzione religiosa ha bisogno per parte sua di una sufficiente libertà d’azione e di osservare le regole della propria congregazione.


- 306 -


Vi sono oratori interparrocchiali. Non vi è meglio un oratorio per ogni parrocchia, anche nei centri di due, tre, quattro, parrocchie? Questione spinosa: ma la risposta non è mia: bensì del congresso catechistico di Torino (1911):25 Teoricamente è migliore l’oratorio parrocchiale: praticamente migliore interparrocchiale. E i perché? perché si risparmia denaro, perché si risparmia personale, perché viribus unitis si può fare di più. Se invece dovessi dire il mio sentimento direi così: se questo oratorio interparrocchiale si affida ad un direttore (religioso o Sacerdote secolare, poco importa), che sia ugualmente dipendente da tutti i parroci e intanto provvisto della necessaria libertà, preferirei l’oratorio interparrocchiale. Che se invece o lo dirige un solo parroco, materialmente e moralmente, o lo dirige chi per esso solo... preferirei l’oratorio parrocchiale: ancorché non dovesse vivere di una vita così rigogliosa. Si fa appello al viribus unitis, ma spesso non si vedono le forze disunirsi appunto in causa dell’oratorio? Si dice che si potrà fare di più: ma non è vero che spesso i giovani finiscono coll’andare in nessun luogo?

Discendiamo ora all’organizzazione in particolare. Parlando di cose d’indole generale l’organizzazione potrà essere presso a poco quella della scuola parrocchiale di catechismo: solo che, avendo locali più adatti, potrà funzionare meglio. È però da notarsi che i fanciulli devono nelle ricreazioni:

a) essere sempre occupati, con ogni specie di giuochi adatti per essi: giacché i divertimenti sono una condizione sine qua non per gli oratori. Un discepolo di S. Filippo diceva del maestro: Egli ci faceva buoni col giuoco, col canto, col ballo. Si possono anche


- 307 -


insegnare giuochi nuovi, prendervi una parte moderata, stabilire gare, corse, ecc.

b) Tenerli continuamente d’occhio e vigilare anche quando si sottraggono dalla sorveglianza.

c) Usare ogni precauzione perché non succedano disgrazie, cercando di allontanare i pericoli.

Quanto allo spirito di pietà, che in essi si ha da infondere, si è già detto sopra, parlando dei giovani; riguardo all’avviarli alla vita sociale si vedrà in seguito, trattando dell’azione cattolica.




25 Si tratta del Congresso Nazionale sugli Oratori Festivi e sulle Scuole di Religione, che ha avuto luogo a Torino dal 17 al 18 maggio 1911 e che è stato celebrato in occasione e ad omaggio del giubileo sacerdotale dell’Arcivescovo A. Richelmy. Lettera di indizione del 28 aprile 1911, n. 59 dello stesso Arcivescovo. - Notizie sull’evento in Il Momento, quotidiano torinese del 17, 18, 19 maggio 1911. Nella sezione torinese si leggono i rispettivi grandi titoli: «Il V Congresso degli Oratori Festivi e delle Scuole di Religione: la benedizione del Santo Padre»; «La solenne apertura del Congresso degli Oratori Festivi»; «Seconda giornata del Congresso degli Oratori Festivi». Gli Atti del Congresso sono raccolti in M. A. Anzini, Gli oratori festivi e le scuole di religione, Eco del V Congresso, Tip. S. A. I. D. Buona Stampa, Torino 1911.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2005 EuloTech