Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 335 -


Gli oratori maschili7

Sopra abbiamo già considerato il modo di fondarli e dirigerli: ora due parole sopra il modo onde l’oratorio può diventare il mezzo più facile per avviare una parrocchia a interessarsi e lavorare nel campo sociale, morale, religioso, e come il parroco si possa formare i più validi cooperatori al suo zelo.

Ma per ottenere questo giova di nuovo insistere sulla necessità od almeno sulla convenienza d’avere un locale apposito, che si potrà formare poco a poco, come si è veduto. Si dirà da alcuni: noi siamo in paesi di campagna: i nostri giovani hanno appena il tempo di portarsi a Messa ed al catechismo, poi devono tornare a casa per mille faccenduole domestiche e per andare al pascolo... Che gioverebbe un oratorio? Anzitutto giova al catechismo, perché si potranno avere classi separate con molto vantaggio ai giovani, ai catechisti, all’istruzione. Poi: andranno davvero tutti i giovani al pascolo? E, posto pure che sì, tutto il giorno? E quelli che cessano d’attendere a tal occupazione, perché già grandicelli, come passano la domenica?... Che se giunti ai quindici anni, o anche meno, cessando d’andare al catechismo, lasciano anche il prete, la Messa, la predica, di quali frutti ci potremmo vantare? Invece ecco come il congresso cattolico (1911)8 insegna ad assicurare la perseveranza dei giovani nei buoni principî, ed anche a formare uomini che diano poi valido aiuto al sacerdote.

Tra i giovani dell’oratorio si potrà insegnare a tutti indistintamente il canto: così non saranno più pochi vecchi a far sentire la loro voce nelle funzioni. Tra i più grandi si potrà istituire una scuola di


- 336 -


perfezionamento nel canto e il parroco avrà nelle funzioni principali la desiderata solennità e nel coro un aiuto. Si potrà istituire col tempo una piccola banda, nei centri maggiori (ma con molta discrezione, poiché spesso quest’opera porta con sé gravi inconvenienti); si potrà istituire una sezione drammatica; si potrà istituire un circolo, ed ove sia conveniente, con due sezioni: una per gli operai, l’altra per gli studenti; e con questo il parroco ha già in mano le fila per una futura scuola serale pei primi e per una scuola di religione per i secondi.

Siccome poi da cosa nasce cosa, in alcune città si potranno stabilire sezioni per il collocamento degli apprendisti presso padroni onesti, abili e cristiani e per l’assistenza nelle eventuali contese. Quasi ovunque sarà possibile avviare i giovani alle più elementari forme di previdenza mediante la cassa operaia, la cassa deposito, cassa risparmio, cassetta a domicilio...9 ovvero suggerendo di iscriversi ai migliori istituti di previdenza e preferibilmente alla Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia degli operai.10

E mentre che i giovani stanno diventando uomini, con apposite conferenzine, conversazioni, giornali, si potrà incominciare ad interessarli delle cose del comune, della provincia, dello stato: mostrare loro il dovere ed il potere di diventare elettori, finché, fatti uomini, saranno il gruppo elettorale ben formato, senza urti e senza pretese...

In qualsiasi luogo sarà facile stabilire tra i giovani una bibliotechina, una compagnia di S. Luigi,11 e nelle città ed in molti paesi anche un dopo scuola.

I giovani così coltivati non ci saranno di aiuto? non ci saranno fedeli? Non tutti, ma parte sì. Per un


- 337 -


lavoro tale ci vogliono braccia!... È vero: e per questo si dovrà forse stabilire un patronato catechistico tra i padri e le persone dabbene, si dovrà forse chiamare in aiuto la maestra, il maestro, il sindaco, qualche volta. Ma tutte queste persone sotto pretesto di accudire i giovani, o della musica, o del teatro, verranno più facilmente... Ed il risultato? Sarà questo: che un sacerdote col mezzo dei fanciulli ha con sé tutta la parrocchia: l’ha con sé ed affezionata a sé, perché l’ha saputa stringere col vincolo più facile e dolce: l’amore alla gioventù. Questo è modo assai conveniente di fare il bene.




7 Cf ATP, n. 302, nota 24.



8 Cf ATP, n. 306, nota 25.



9 In Alba la prima Cassa di Risparmio è stata fondata nel 1855 da mons. Rinaldi C. S., Vicario Generale Capitolare. Il 24.06.1855 con una circolare diretta ai parroci, il canonico chiedeva che fossero illustrati al popolo mediante la lettura e il commento dello statuto i benefici di questa istituzione. «Il nome stesso dell’istituzione che prendiamo a raccomandare indica che essa mira meravigliosamente a raggiungere questo scopo, proponendosi la medesima di eccitare il popolo al risparmio collo sviluppo dello spirito d’ordine, di economia, di previdenza e, quello che maggiormente importa, del lavoro e colla pratica di quelle virtù che al conseguimento di questi beni conducono» (p. 10). Cf C. S. Rinaldi, Circolare al clero e al popolo, 24 giugno 1855, in Archivio Storico della Diocesi di Alba.



10 Le prime norme legislative di vera e propria tutela del lavoro risalgono al 1893 e riguardavano il settore minerario. Solo nel 1898 viene promulgata la legge 17 marzo, n. 80, seguita dal regolamento del 25 settembre, n. 411, sul­l’assicurazione obbligatoria degli operai contro gli infortuni sul lavoro. Nello stesso anno compare poi, assai timidamente, nella nostra legislazione la Cassa Nazionale di Previdenza per l’invalidità e la vecchiaia, istituita su basi facoltative, ma sussidiata dallo stato (Legge 17 luglio, n. 350). Nel 1919 l’assi­curazione per l’invalidità e la vecchiaia viene resa obbligatoria dal decreto legislativo del 21 aprile, n. 603. Cf L. Levi Sandri, Istituti di legislazione sociale, Ed. A. Giuffrè, Milano 1963, pp. 1-9.



11 Cf ATP, n. 94, nota 3.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2005 EuloTech