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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
La buona propaganda
Seminare buone idee perché fruttino buone opere: ecco il lavoro che importa. Idee religiose, idee sociali, idee d’economia, idee di virtù, idee d’igiene, ecc... secondo i luoghi e secondo le circostanze: in pubblico ed in privato.
Propaganda pubblica. – 1° Colla penna, scrivendo opuscoli, foglietti, bollettini, collaborando e corrispondendo coi giornali: secondo le nostre forze. Allorché si conosce che un’idea può far bene, che un fatto può rendere interessante un giornale, sarà utile comunicarli: è un talento che Dio dà: facciamolo fruttificare.
2° Colla scuola, specialmente privata, invernale, festiva, serale.
3° Colla parola in conferenze, in prediche, in discorsi d’occasione.
Propaganda privata. – Se la pubblica ha di mira un uditorio più numeroso, la privata colpisce di più, perché meglio adattata alle persone ed ai bisogni. In Germania ed in Inghilterra ogni parroco, e più sovente chi per lui, visitano a domicilio tutte le famiglie della parrocchia, diverse volte nel corso dell’anno. Quante buone parole possono dire! quanti preziosi consigli possono dare! quanti mali togliere! quante consolazioni recare in tali visite!
Vi sarà un giornale da suggerire: vi sarà da insistere perché i genitori mandino i figli al catechismo, vi sarà da ascriverli in qualche società: si potrà offrire un opuscolo: si potrà pregare il maestro o la maestra che s’interessino del catechismo: le raccomandazioni private valgono più che le pubbliche e le generali. Qualche volta si sa di una persona che, avvicinata con tatto, sarebbe disposta a dare aiuti morali e materiali al sacerdote; altre volte si conosce che nella parrocchia vi è una persona influente che può far del male ed anche del bene; può darsi che vi sia bisogno di impedire un ballo, ovvero che il sindaco promuova l’insegnamento del catechismo nelle scuole: ebbene, in questi casi si vadano pure a visitare tali persone, si consumi pure in tali visite anche un tempo piuttosto lungo: sarà molto prezioso per la buona causa. Sarebbe perciò ottima prudenza allorché un sacerdote entra in una parrocchia studiare quali siano le persone più influenti, quelle che deve guadagnarsi per la buona riuscita del ministero. Ciò fatto, porsi in relazione con esse con visite, con biglietti di visita, data l’occasione, forse con piccole dimostrazioni di stima,
fosse pure con inviti vicendevoli. Sarà così certo di non trovare in esse opposizioni, anzi, spesso un buon aiuto.
Quanto tempo non ispendeva in tali visite il venerabile Trona di Mondovì! Eppure per esse fece un bene immenso, come si può leggere nella sua vita.20
In un’adunanza fattasi in Torino tra persone che si occupano d’azione cattolica si faceva questo voto: che un sacerdote non temesse di passare anche qualche tempo in visite ai superiori di istituti di religiosi, per poterli a poco a poco persuadere dell’importanza dell’educazione sociale. Parrà di far getto di tempo, si diceva, ma convinte tali persone sono guadagnate alla buona causa molte altre.
Un’altra applicazione molto importante di tale principio si può avere nel modo di istruire nei circoli. Senza dubbio in essi servono le conferenze, i discorsi, la scuola: ma non in ogni luogo e sempre queste cose sono possibili. Invece è possibile una conversazione familiare, in cui si può insegnare senza atteggiarsi a maestri. E come si può fare? Con un pretesto qualsiasi far cadere il discorso sull’argomento desiderato, poi sentire l’opinione altrui e, conversando, correggere le tendenze errate ed i principii falsi: gettarne dei nuovi: poi esponendo altri casi reali od immaginari farne nuove applicazioni. Per esempio: si vuole istruire i giovani sul dovere e sul modo di prepararsi alle elezioni, non solo, ma di farsi elettori coscienti? Ebbene: si può portare nell’adunanza un giornale, ovvero un libro dove si narrino gli sbagli di un’amministrazione socialista, oppure dove si mostrino le utili iniziative d’un comune... Lo si mette innanzi: chi legge naturalmente esprime le
impressioni, chiede spiegazioni... Allora si può dire perché mai si elessero tali consiglieri, come i voti vennero comperati. Così si dica se si vuol impiantare una bibliotechina circolante, se si vuol istituire una scuola serale, un ospedale. Ed aggiungere: che ciò si può fare anche invitando a pranzo o a far due chiacchiere in canonica coloro che si spera saranno le basi della nostra opera futura.
Anzi: si vuol un segreto di riuscita? Si faccia in modo che il popolo senta il bisogno di certe opere, egli stesso ne manifesti il desiderio, poi si mostri che è possibile anche nel paese nostro e che noi non facciamo che assecondare la sua volontà, felici di aiutarlo. L’esito sarà certo.