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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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2. Edizione del 1915. «Con qualche trepidazione»24 e dietro richiesta di alcuni parroci, don Alberione pubblica a stampa la «II Edizione - riveduta - corretta - ampliata», Torino, cav. Pietro Marietti editore, 1915.

Sul frontespizio, al titolo Appunti di Teologia Pastorale, viene aggiunto un sottotitolo fra parentesi: (Pratica del ministero sacerdotale per il giovane clero), e un motto con due versetti della I lettera di Pietro: «Pascite, qui in vobis est, gregem Dei... et cum apparuerit princeps pastorum, percipietis immarcescibilem gloriae coronam (I Petr. V, 2-4)», invito ai suoi giovani lettori a pascere il gregge di Dio «non per forza, ma volentieri, non per vile interesse, ma di buon animo...» (I Pt. 5,3) per partecipare insieme al Signore alla gloria da lui promessa.25

Segue la dedica, modificata rispetto alla prima edizione nei seguenti termini: «Ai miei carissimi amici - i MM. RR. Sacerdoti giovani - ed i Venerandi Chierici - della Diocesi Albese».

La breve presentazione del cardinal Richelmy, arcivescovo di Torino, che benedice l’opera e incoraggia l’Autore, è datata 2 febbraio 1913. Riguardava quindi la prima edizione dell’opera, come è confermato dall’indice.26

Nella nuova edizione appaiono due prefazioni, entrambe di don Alberione: la prima scritta per l’edizione del 1912, l’altra, più concisa, per l’attuale, che ribadisce le motivazioni della precedente.

Rispetto all’edizione del 1912, in questa del 1915 alcune sezioni del testo sono meglio strutturate. L’opera è suddivisa ancora in tre parti. La prima tratta Dei fondamenti dello zelo, identificati in una profonda pietà, ritenuta prioritaria per un’azione efficace del sacerdote in mezzo al popolo. L’elenco delle pratiche è seguito dalla descrizione delle virtù, dall’invito allo studio continuo, o studiosità, perché il prete sia «l’uomo d’oggi, non del tempo passato».27 Alcune informazioni circa norme elementari per l’amministrazione dei beni materiali concludono questa parte.

Della cura pastorale e dei suoi mezzi generali è il titolo della seconda, in cui si tenta una definizione sia dell’azione pastorale (come viene chiamata in seguito), sia dei principi che devono regolarne l’attuazione. Con la sollecitudine di sempre, l’Autore annota: «Si diranno solo cose pratiche e tra esse si sceglierà quelle che oggi sembrano più adatte nei presenti bisogni».28

La terza parte, Di alcune opere particolari proprie dello zelo sacerdotale, presenta norme per un intervento più efficace in alcuni momenti specifici della vita pastorale: la liturgia, la catechesi, la presenza caritativo-assistenziale. Non viene tralasciata la descrizione del multiforme associazionismo, ecclesiale e non, che il giovane sacerdote-pastore può promuovere nella sua attività pastorale.

Alcuni paragrafi finali sono dedicati alla costruzione e ai costruttori delle chiese. Fra i suggerimenti e le affermazioni varie, don Alberione scrive: «Si dice: nelle grandi opere ciò che più manca è il denaro. Come regola questo è falso: mancano invece gli uomini che sappiano ideare le grandi cose, che abbiano il coraggio per principiarle, che siano provvisti di senno pratico, che lavorino con perseveranza e con grande spirito di sacrificio».29

Nella prefazione alla seconda edizione don Alberione scrive che non è sua intenzione «esigere un lavoro alquanto completo, quasi scientifico, ben ordinato almeno, con uno stile più elevato».30 Ciò avrebbe impedito, o quasi, secondo lui, il frutto desiderato.

In realtà dal confronto fra le due edizioni emerge subito un notevole salto di qualità, a livello sia linguistico che strutturale. Ad eccezione della seconda parte del libro, molto rimaneggiata, quasi tutto il materiale della prima edizione è presente nella seconda. Si rilevano brevi aggiunte, con ulteriori riflessioni e chiarificazioni, sia nella prima che nella terza parte. Tutta l’opera infine è notevolmente rinnovata nel linguaggio, che diviene più appropriato e scorrevole.

La seconda parte, come si è detto, subisce i maggiori cambiamenti, sia nella titolazione che nella struttura. Il titolo: Della cura pastorale e delle opere in generale da compirsi dal sacerdote, della prima edizione, cambia in Della cura pastorale e dei suoi mezzi generali. I capitoli, che prima erano sei, si riducono a quattro, distribuiti diversamente, con attenzione ad un’altra logica: da una riflessione generale, “Dell’azione pastorale in genere (cap. I), e “Norme al clero in generale...” (cap. II), si passa al particolare, “Relazioni del sacerdote” (cap. III) e “Dell’azione pastorale di alcuni sacerdoti (cap. IV).

L’edizione 1915 si struttura quindi in maniera più armoniosa della precedente. Il materiale aggiunto è in funzione di una maggiore accuratezza.

All’inizio dell’opera è inserita una sezione nuova, Dei fondamenti dello zelo, che introduce tutta la prima parte. Inoltre i paragrafi 7-8-9, concisi nella prima edizione, trovano ora uno sviluppo più organico.

Brevi introduzioni sono inserite anche in altre parti del testo, spesso a mo’ di “cappello”, per presentare il capitolo che segue;31 si aggiungono nuovi titoli per meglio ordinare la materia;32 si inseriscono nuove informazioni circa la pastorale.33 Brevi porzioni del testo del 1912 sono omesse o sintetizzate.34 In generale ogni cambio è a completamento del testo, più che una modifica del pensiero.




24 ATP, Prefazione alla edizione, p. XI; p. 57 della presente edizione.



25 Per un approfondimento del tema cf E. Bosetti, Il Pastore. Cristo e la Chiesa nella I lettera di Pietro, EDB, Bologna 1990.



26 Nell’indice della II edizione a p. 373 si legge: «Giudizio dell’Em.o Card. Richelmy sulla I edizione».



27 ATP, n. 52.



28 ATP, n. 79.



29 ATP, n. 363.



30 ATP, Prefazione alla edizione, p. XI; p. 57 della presente edizione.



31 Cf n. 36 della presente edizione. La prima edizione omette il cap. III e «I frutti della pietà, Virtù sacerdotali», proseguendo la trattazione senza alcuna soluzione di continuità.



32 Cf n. 70 della presente edizione.



33 Cf n. 37, dove si descrive la Lega Sacerdotale Pro Pontifice et Ecclesia, sorta nel 1913 e costituita in Piemonte nel 1915.



34 Cf n. 45: vengono omesse le notizie riguardanti i Missionari Gratuiti. Al n. 204 ricompare una brevissima frase che li riguarda: «servendosi anche dei predicatori della lega tra i missionari gratuiti».






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