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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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3. Fermenti di rinnovamento e movimenti ecclesiali. Mentre la produzione letteraria italiana a livello di riflessione pastorale rimane per lo più vincolata agli schemi della neo-scolastica e alla ecclesiologia del Vaticano I, nell’ambito della prassi pastorale nascono nelle varie chiese locali iniziative interessanti e una nuova riflessione che prepara il Vaticano II.

In genere, teoria e prassi sono legate all’intraprendenza e allo zelo pastorale di singole figure di vescovi o sacerdoti, attenti ai movimenti culturali d’oltralpe e ai fermenti innovativi delle rispettive comunità collocate in una situazione storica che si va rapidamente evolvendo.

Sono attività che si accompagnano e interagiscono con i “movimentiecclesiali che precedono e preparano indirettamente il Concilio Vaticano II: catechetico, liturgico, caritativo o sociale.

La rinascita del movimento catechistico italiano è legata ai nomi di mons. G. Bonomelli, G.B. Scalabrini, A. Capecelatro, L. Pavanelli, ecc., che insieme con i membri di diversi istituti religiosi promuovono congressi e convegni di studio, nonché la rivista Il Catechista Cattolico. Questo rinnovamento si conferma con l’azione e il magistero di Pio X attraverso la Acerbo Nimis e il nuovo Catechismo.62

Il movimento liturgico, già sorto in Belgio e poi passato in Germania, in Italia è legato principalmente alla nascita della Rivista Liturgica (1914), promossa dall’abate B. Bolognani, benedettino di Finalpia, e affidata alla direzione di dom E. Caronti. La collaborazione di vescovi come mons. Marini di Norcia e mons. Filippello di Ivrea, e il contributo di studiosi come l’abate Schuster, poi arcivescovo di Milano, fa sì che il popolo si sensibilizzi al valore pastorale e santificante della liturgia.63

Un capitolo particolare nella storia della pastorale italiana è costituito da quell’insieme di idee e di opere socio-ecclesiali, conosciuto come movimento sociale cattolico. Molto complesso nella sua genesi e nella sua articolazione, esso risponde «sostanzialmente all’associazionismo e a tutte quelle iniziative sviluppatesi dal 1848 in poi per far fronte ad un contesto politico dominato da forze avverse al cattolicesimo».64

Forte all’inizio di un notevole ed articolato patrimonio di opere assistenziali e di beneficenza, verso gli ultimi decenni dell’Ottocento, il movimento si arricchisce di nuove imprese, con la nascita delle prime Società di Mutuo Soccorso, la costituzione di Cooperative di Credito nella forma di Casse Rurali, e i Patronati in difesa degli emigranti.65

In questo periodo si diramano anche promettenti filoni di iniziative a favore dell’assistenza e promozione delle classi più indifese, della gioventù e della donna,66 principalmente nel campo dell’istruzione.

Prime, in ordine di tempo, sono le opere di istruzione professionale per la gioventù: l’Opera degli Artigianelli, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, dei Giuseppini del Murialdo e dei Salesiani di don Bosco. Tutte queste strutture servono per preparare i giovani all’impiego in vari settori della vita economico-sociale; soprattutto creano solidi legami associativi mediante una buona formazione spirituale.67

Un altro filone, meno istituzionalizzato, è costituito dall’opera paziente di «un clero appassionato tanto alle cure pastorali come alla vita rurale»68 che in molti modi trasferisce notizie e insegnamenti utili per l’ammodernamento di metodi e tecniche al contadino.

Non meno importante è infine l’apporto della stampa cattolica locale, legata specialmente al fenomeno dei periodici diocesani e dei “bollettini parrocchiali”, in cui accanto alla catechesi religiosa e alle notizie della vita diocesana, vengono date informazioni circa le offerte opportunità di istruzione tecnica e professionale. In proposito si può far notare che don Alberione colloca la “buona stampa” fra le elemosine che meritano l’attenzione particolare dei fedeli.69

Fin dal 1875 l’organizzazione maggiore, destinata ad ispirare i cattolici italiani per circa un trentennio, era stata l’Opera dei Congressi, le cui figure di spicco saranno mons. Radini-Tedeschi, G.B. Paganuzzi, N. Rezzara.70 Notevole impulso alla riflessione e alle proposte operative veniva anche dalle Settimane Sociali dei Cattolici italiani, celebrate annualmente dal 1907 ed animate da eminenti personalità, quali il card. Maffi, i professori G. Toniolo, A. Boggiano-Pico, A. Caldana e altri, ove si affrontarono temi di scottante attualità, come la famiglia, la scuola, la condizione operaia, il sindacato, l’emigrazione, in una parola, i moderni problemi pastorali.




62 Cf L. Nordera, Il catechismo di Pio X. Per una storia della catechesi, LAS, Roma 1988, pp. 221-290.



63 Cf S. Marsili, Storia del movimento liturgico italiano, in O. Rousseau, Storia del movimento liturgico, EP, Roma 1961, pp. 263-269.



64 M. Belardinelli, Per una storia della definizione del movimento cattolico, in Dizionario storico del Movimento Cattolico in Italia (DSMCI), vol. I, Marietti, Roma 1981, p. 2.



65 Cf S. Zaninelli, La situazione economica e l’azione sociale dei cattolici, DSMCI, vol. I, pp. 323-327.



66 Don Alberione non è rimasto insensibile al tema della promozione della donna, tanto dibattuto dopo il 1900, e si è premurato di dimostrare quanto ella potesse fare nell’ambito pastorale, nel suo volume La donna associata allo zelo sacerdotale, Scuola Tip.Piccolo Operaio”, Alba 1915. Il testo si rivolge direttamente al sacerdote “in cura d’anime” e lo esorta a contare sulla collaborazione femminile ai fini della pastorale, nell’ambito della famiglia, della parrocchia e della società. – Nuova edizione, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2001.



67 S. Zaninelli, La situazione..., op. cit., pp. 331-332.



68 Idem, p. 332.



69 Cf ATP, n. 71.



70 Cf S. Tramontin, Un secolo di storia della Chiesa. Da Leone XIII al Concilio Vaticano II, Studium, Roma 1980, p. 5.






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