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Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
1. Prima fra tutte la fedeltà alla Chiesa, espressa da don Alberione nel suo continuo richiamo alla legislazione ecclesiastica, alla dottrina teologica ed ascetico-morale propria del tempo, soprattutto attraverso il continuo riferimento al magistero pontificio, in particolare di Pio X, che maggiormente influì sulla sua formazione e che troviamo menzionato costantemente nei punti nodali della sua trattazione. Come infatti si è visto, il Fondatore assume come proprio il programma pastorale del nuovo Papa, che si proponeva:
– un rinnovamento generale della vita cristiana;
– un ritorno al Vangelo e alla Chiesa, comunità di speranza e luogo di salvezza;
– la formazione dei sacerdoti alla santità e al ministero: duplice impegno che si unifica nella carità sacerdotale, cioè nella cura d’anime.
Gli ATP iniziano con una citazione dalla esortazione di Pio X al clero, Haerent animo, il cui tenore suona per don Alberione come una specie di “manifesto”: «Il sacerdote non può essere solo un uomo che vive per sé: non può avere come motto le parole Io-Dio. È assolutamente necessario che egli lavori per la salvezza degli altri, che scriva sulla propria bandiera Io-Dio-Popolo».83 Tale concetto viene ribadito in un’opera successiva, La donna associata allo zelo sacerdotale: il prete che «riducesse la sua vita sacerdotale alla messa ed al breviario, ovvero chi scrivesse sopra la propria bandiera e prendesse a suo motto queste sole parole: Io-Dio, costui non sarebbe un sacerdote: meglio a lui si addirebbe il chiostro... Si abbia adunque come motto: Io-Dio-Anime-Popolo».84
Gli ATP sono costellati anche di altri riferimenti a documenti di Pio X: al decreto Sacra Tridentina Synodus e al motu proprio Inter plurimas pastoralis officii sollicitudines.85 Particolare attenzione è dedicata alle encicliche Acerbo nimis e Il Fermo Proposito. La prima offre citazioni per un ripensamento dell’attività catechistica diocesana, che vede don Alberione tra i protagonisti della commissione catechistica, voluta dal vescovo per l’elaborazione dei programmi e dei testi di catechesi.86 La seconda suggerisce l’orientamento per l’azione sociale dei cattolici in un momento decisivo e conflittuale. Il documento viene presentato come magistero di rinnovamento, di un Papa «che non distrugge ma che guida».87