Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText |
Giacomo Alberione, SSP Appunti di Teologia Pastorale - II edizione IntraText CT - Lettura del testo |
La vita pratica. – Ora è innegabile che nella vita pratica i sacerdoti, particolarmente quelli giovani, s’incontrano in gravi e vari pericoli di perdere di vista questo giusto concetto del Sacerdote. E quanti l’hanno disgraziatamente perduto! S. Alfonso de’ Liguori dei suoi tempi scriveva che i sacerdoti buoni erano pochi, per non dire pochissimi: non so che direbbe se scrivesse oggi.
1° Altri crede d’essere buon Sacerdote quando recita divotamente il Breviario, celebra la S. Messa e vi aggiunge qualche altra pratica di pietà. Egli non
si esamina sull’uso del tempo, sullo zelo, sul modo di preparare le prediche, di ascoltare le confessioni, ecc. Non è vero sacerdote perché non zela.
2° Altri si dedica quasi totalmente ad opere di bene in favore degli altri: ed intanto che cerca di essere apostolo e luce del mondo dimentica di rifornire d’olio la lampada: cioè trascura lo studio e la pietà. Verrà in seguito meno anche lo zelo perché inaridite le fonti.
3° Altri poi, curati questi due elementi della propria formazione, studio e pietà, quando passa ad esercitare l’apostolato, o non ne conosce sufficientemente le opere e così se ne resta facilmente neghittoso; ovvero si consacra totalmente ad opere esterne, dimenticando le più necessarie, cioè le spirituali: ovvero cura unicamente queste, mettendo da parte e forse anche sprezzando quelle. Di qui errori fatali nell’indirizzo delle opere, pessimismo negli uni, ottimismo negli altri, sproporzione nel lavoro, frutto troppo scarso avuto riguardo ai sacrifizi compiuti. Quante preziosissime energie sprecate o atrofizzate!
Sono questi i pericoli cui si vorrebbe concorrere ad allontanare o diminuire almeno al clero giovane, con i suggerimenti pratici che qui si dànno.