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Giacomo Alberione, SSP
Appunti di Teologia Pastorale - II edizione

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§ 8. – Tra parroco e sacrestano

L’ufficio di sacrestano è umile agli occhi del mondo, ma importante in se stesso, poiché nessun servizio è piccolo in corte grande. Il parroco può aver in lui un aiuto considerevole nella cura pastorale: poiché, se il sacrestano è di buona vita, darà buon esempio; se si porta divotamente in chiesa, edificherà; se tiene in ordine e puliti la chiesa e gli arredi, importerà un risparmio di spese e la gente starà più volentieri nel tempio di Dio. Il parroco lo ammaestrerà al suo ufficio; con prudenza vigilerà perché in chiesa si mantenga col dovuto rispetto, anche nell’addobbare; non permetterà che tratti male le persone, specialmente i ragazzi. Qualche volta farà bene ad avvertirlo o farlo avvertire che frequenti i SS. Sacramenti; ma egli non lo confesserà d’ordinario; vigilerà sopra il modo di raccogliere e la fedeltà nel consegnargli le elemosine, perché non sia importuno colla popolazione e non vi siano altri inconvenienti; non avrà troppe pretese, o facendolo lavorare più che comporti lo stipendio, che per lo più è troppo basso, o esigendo cose perfette, da chi non ne è capace, o volendo addobbi sontuosi, mentre la chiesa non ha che tappezzerie scadenti, o avvisandolo ad ogni momento. È però necessario che esiga ben fatto ciò che è possibile ed utile al popolo: come il suonare a tempo preciso le campane, aprire presto la chiesa, ecc.




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